VISIONI

«Don’t worry Darling», turbine anni ’50

ANTONELLO CATACCHIOITALIA/VENEZIA

La comunità di Victory sembra felice. Ma qualcosa cela quel perfetto villaggio anni ’50, oasi nel deserto con casette monofamigliari, auto dei mariti che vanno al lavoro riprese dall’alto come coreografate, le mogli che salutano all’unisono prima di andare in palestra o a fare shopping. Infatti, c’è qualcosa di strano in tutto quell’idillio alimentato a Martini con oliva: sono ammessi anche gli afroamericani, il gruppo che suona alle feste si chiama Dollhouse Band e le uova talvolta sono solo guscio. «Don’t worry Darling» risponde Olivia Wilde, interprete e regista, alle varie colleghe, tra cui l’ascendente Florence Pugh protagonista che coglie le stranezze di quella vita che sembra rievocare La fabbrica delle mogli, e allora si preoccupa, molto, nonostante i tentativi del focoso marito Harry Styles. Un fuori concorso utile per il tappeto rosso più che per emozionare gli appassionati di cinema. 

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