VISIONI

«In viaggio», nel labirinto di un conflitto tra la fede di un uomo e i suoi credenti

FUORI CONCORSO IL FILM DI GIANFRANCO ROSI
MAZZINO MONTINARIITALIA/VENEZIA

Immaginare l’invisibile, ciò che ora non si dà ma che in un futuro prossimo o lontano sicuramente apparirà. Se a esprimere queste parole di speranza fosse un uomo di chiesa, saremmo immediatamente indotti a pensare a qualcosa di ultraterreno, alla promessa di un aldilà, di una dimensione soprasensibile. Cose che a noi umani radicati al suolo e oppressi da un’insormontabile finitezza, non appartengono in alcun modo se non attraverso un atto di fede.
In effetti, quell’uomo che invita a immaginare l’invisibile è addirittura il rappresentante massimo della chiesa cattolica. Tuttavia, non allude a un paradiso, pensa proprio al nostro mondo, l’unico che conosciamo, quello che abitiamo, quello che costruiamo e, forse proprio per questo, che con innegabile impegno distruggiamo. Le sue parole sono di fede ma indissolubilmente legate all’esistenza terrena.
QUELLA PERSONA è Papa Francesco e le sue parole le possiamo ascoltare, una volta di più, in una rielaborazione di Gianfranco Rosi con il nuovo documentario In viaggio, presentato alla Mostra di Venezia fuori concorso. Un «piccolo» lavoro, quello del regista di Below Sea Level, El sicario – Room 164, e dei film che gli hanno consegnato un Leone d’Oro a Venezia (Sacro GRA) e l’Orso d’Oro a Berlino (Fuocoammare), che si inserisce in un consolidato e continuo percorso di ricerca sulle vicende umane e che, contemporaneamente, risulta abbastanza eccentrico rispetto alla precedente filmografia.
Rosi, il regista viaggiatore per eccellenza, che ha intercettato traiettorie esistenziali in ogni angolo del pianeta, dall’India agli Stati uniti, dal Messico all’Italia e al Medio Oriente, in questo caso si è fermato, ha assunto una posizione stanziale, chiudendosi in una sala di montaggio con Fabrizio Federico (e non con il sodale Jacopo Quadri), seguendo gli spostamenti del Papa attraverso un immenso materiale di repertorio.
A questo archivio, il regista ne ha aggiunto un altro destinato a scontrarsi ineluttabilmente con le parole del pontefice. Un materiale che si sovrappone e che spiega in negativo l’invisibilità cui spesso allude Bergoglio. Che di fatto nega il darsi di un mondo migliore. Sono immagini tratte dalle tragiche e orribili cronache dei nostri tempi, che forse meritavano più tempo per una selezione raffinata, ma che spiegano esemplarmente il contemporaneo.
E DUNQUE COSA abbiamo sotto gli occhi? I disastri di un’umanità votata all’autodistruzione, le guerre, i massacri, le masse trasformate in corpi nudi compressi, emarginati e lasciati morire o nei luoghi dove sono confinati o nelle vie di terra e di mare che attraversano sperando nella socievolezza di un genere animale che, evidentemente, ha preferito l’egoismo e il bieco individualismo.
In viaggio è quindi un film su un conflitto tra la fede di un uomo e dei suoi credenti e il sapere della storia che nel suo riproporsi sembra ostacolare con successo ogni forma di giustizia e di equità. Una storia che, peraltro, è generata da pochi anche se ai piani criminali sono in tanti a parteciparvi. E una fede che paradossalmente risulta essere molto concreta, con la quale Rosi forse si è sentito più a suo agio, rispetto ad altre questioni meno laiche sulle quali non sarebbe così semplice entrare in sintonia.
Ed è anche un documentario che ripropone l’ennesimo scontro tra il passato e il futuro. Tra una forza che tira indietro l’umanità, confinandola nelle gabbie del già accaduto, costringendola a un labirinto dal quale pare impossibile uscire. E una forza che appellandosi al potere della fantasia, incita a trasformare il prevedibile in qualcosa di inatteso e radicalmente nuovo.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it