INTERNAZIONALE

Grossi (Aiea): Zaporizhzhia non è Chernobyl

«Ma la situazione è preoccupante»: il direttore dell’Agenzia atomica internazionale strappa ai russi il prolungamento dell’ispezione
PIERGIORGIO PESCALIucraina/Zaporizhzhia/vienna

«Ammirevoli» i tecnici ucraini che lavorano in questa situazione, «estremamente complessa» la situazione, «necessario e fattore di stabilizzazione» l’intervento dell’Aiea. Il direttore generale dell’Agenzia nucleare internazionale, Rafael Mariano Grossi, in una conferenza stampa a Vienna ha parlato della sofferta visita degli ispettori Aiea alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Rifiutandosi di fare alcun paragone con la catastrofe di Chernobyl.
GROSSI HA LASCIATO dietro di sè alcuni uomini. Sotto la costante sorveglianza dei militari russi, alcuni ispettori Aiea continuano infatti a controllare gli impianti di Zaporizhzhia dopo che il direttore generale ha denunciato che «l’integrità fisica della centrale è stata violata più volte». Grossi ha anche aggiunto che gli esperti internazionali non lasceranno la centrale sino a quando tutti i punti del loro mandato non saranno chiariti e «cosa più importante, noi stiamo stabilendo una presenza costante dell’Aiea» nel sito nucleare.
Saranno due, infatti, i membri del team di esperti nucleari che resteranno a controllare il sito dopo che anche gli ultimi loro colleghi se ne saranno andati. Una dichiarazione che non fa certo piacere a Mosca, che aveva concesso solo una giornata alla squadra delle Nazioni unite per ispezionare la centrale più grande d’Europa. Un compito impossibile.
GLI OSSERVATORI hanno effettivamente constatato che i russi hanno trasformato alcuni degli edifici in garage per mezzi militari anche se, è stato detto loro, i mezzi apparterrebbero a reparti Nbc (nucleare batteriologico chimico) e non sarebbero impiegati nei combattimenti. Da parte loro, la precisa volontà dei militari di mostrare la loro presenza all’interno della centrale, contravvenendo alle regole internazionali sulla sicurezza, indica che Mosca ha intenzione di sfidare il consesso internazionale.
LA DELEGAZIONE AIEA si riunirà a Vienna alla fine di questa settimana, quando verrà raggiunta anche dagli altri colleghi che sono rimasti temporaneamente a Zaporizhzhia. Qualunque sia il rapporto che verrà stilato, l’agenzia atomica internazionale non avrà autorità per obbligare Mosca e Kiev a mettere in pratica le raccomandazioni, a chiedere un cessate il fuoco o a creare una zona demilitarizzata attorno alla centrale come chiesto dalle autorità ucraine. I bombardamenti e le reciproche accuse probabilmente continueranno.
Prima di lasciare la centrale, una delegazione di cittadini di Energodar ha consegnato a Grossi una petizione firmata da 20mila residenti per chiedere che l’Onu intimi all’Ucraina di cessare i bombardamenti contro la città e contro la centrale. Una mossa criticata dai funzionari di Kiev, che hanno definito la dimostrazione un’azione di propaganda inscenata dalle autorità russe.
DELUSO ANCHE ZELENSKY, che si aspettava un comunicato più incisivo da parte del direttore della Aiea che invece ha mantenuto il suo tradizionale aplomb diplomatico. In particolare gli ucraini, dopo aver più volte denunciato fughe radioattive, imminenti scoppi (impossibili a verificarsi) o fusioni dei rettori, danni irreparabili ai vessel (il recipiente in pressione che contiene il nocciolo) e distruzioni di depositi radioattivi, hanno dovuto prendere atto che, ad oggi, la centrale non ha mai subito danni che possano aver messo in pericolo la salute dei cittadini.
Petro Kotin, il presidente della Energoatom, l’agenzia atomica ucraina, che non ha mai avuto parole tenere verso l’Aiea e verso Grossi, ha detto che considererà positiva la visita dell’organizzazione internazionale solo se riuscirà a stabilire una zona demilitarizzata attorno alla centrale, cosa che, però, non è compito dell’agenzia istituire. Ha inoltre aggiunto che, a causa della manipolazione, distorsione dei fatti e delle prove a loro carico compiute dai russi, sarà difficile che l’Aiea abbia una visione e una valutazione oggettiva della situazione.
Grossi ora spera che gli ispettori rimasti nella centrale a continuare il lavoro iniziato giovedì scorso, riusciranno ad intervistare un numero rappresentativo di lavoratori senza che questi abbiano timore per la sicurezza loro e dei familiari. Le pressioni a cui sono stati sottoposti i dipendenti da quando l’esercito di Mosca ha occupato la centrale sono ormai confermate e il clima che si respira nel sito non è ideale perché il lavoro proceda senza tensioni psicologiche.
NEL FRATTEMPO l’Unione europea, raccogliendo gli allarmi di Zelensky, ha inviato in Ucraina cinque milioni di pastiglie di ioduro di potassio e in alcune zone situate entro 50 chilometri dalla centrale è già iniziata la distribuzione, nonostante la loro necessità sia ancora molto remota. Le pastiglie dovrebbero servire in caso di disastro nucleare solo se le radiazioni fuoriuscissero dai reattori, in quanto lo iodio-131, il radioisotopo più pericolo per la salute, viene rilasciato come sottoprodotto della fissione nucleare e ha un tempo di dimezzamento pari a soli otto giorni. Nei depositi di scorie radioattive a secco presenti a Zaporizhzhia, questo isotopo è dunque assente, visto che i rifiuti presenti sono vecchi di diversi anni.

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