INTERNAZIONALE

Mission Zaporizhzhia. L’Aiea manda i tecnici ma arrivano gli obici

Parte il team dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Mentre l’impianto viene colpito, questa volta vicino a un reattore
PIERGIORGIO PESCALIUCRAINA/ZAPORIZHZHIA/VIENNA

La missione dell’Aiea a Zaporizhzhia è stata approvata dalle due parti in causa e si terrà alla fine di questa settimana. «Dobbiamo prevenire eventuali azioni che potrebbero portare ad incidenti e proteggere la sicurezza del più grande centro nucleare dell’Ucraina e dell’Europa. Sono orgoglioso di guidare la missione che si terrà a Zaporizhzhia alla fine della settimana» ha detto Rafael Mariano Grossi, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.
AL TEMPO STESSO anche Lena Zerkal, consulente per ministro dell’energia ucraino, ha confermato che i problemi logistici che sino ad oggi impedivano agli esperti nucleari di varcare le porte della centrale, sono stati risolti. L’ostacolo maggiore, che vedeva la Russia in un primo tempo chiedere che la missione entrasse nella centrale passando dalla Russia e dai territori ucraini controllati da Mosca con un visto russo, è stata superata quando si è raggiunto l’accordo che i membri Aiea entrino dalle zone sotto controllo di Kiev.
Saranno tredici gli esperti guidati dello stesso Grossi appartenenti a Paesi neutrali, che si recheranno nel sito. Non vi saranno rappresentati statunitensi e britannici, mentre sarà incluso un francese, un riconoscimento di Mosca e di Kiev per il lavoro di mediazione fatto sino ad oggi da Macron che, a differenza di quanto fatto da altri capi di Stato, ha cercato di coinvolgere nel dialogo entrambe le capitali. E un italiano, Massimo Aparo, un ingegnere nucleare di 69 anni, direttore del dipartimento di salvaguardia dell’Aiea.
NEL FRATTEMPO i misuratori di livelli di radioattività attorno alla centrale non hanno segnalato alcun aumento di radioattività nell’aria dopo che l’Energoatom, l’agenzia atomica ucraina aveva più volte avvertito che, a causa dei bombardamenti sulla zona, un deposito di rifiuti radioattivi era stato colpito causando la fuoriuscita di radioisotopi in atmosfera. Sempre secondo l’Energoatom sarebbero state distribuite pastiglie di iodio a 400mila persone residenti in un raggio di 50 attorno alla centrale, aggiungendo però che non vi è motivo di panico. L’annuncio da una parte contraddice i continui allarmi di Zelensky, di diversi esponenti del governo ucraino e della stessa Energoatom, i quali hanno sempre affermato che un eventuale incidente nucleare a Zaporizhzhia si sarebbe ripercosso a livello continentale, mentre ora si limitano i danni ad una zona circoscritta. Dall’altra parte, la distribuzione di pillole di iodio risulterebbe inutile e addirittura dannosa per la stessa popolazione: lo iodio-131, il radioisotopo più pericoloso per la salute, ha un’emivita di soli otto giorni ed è totalmente scomparso nei depositi a secco di scorie radioattive di Zaporizhzhia. Assumere pillole di iodio senza motivo potrebbe portare a conseguenze gravi per il corpo umano.
DA PARTE SUA, la Russia non ha ratificato la firma del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw, Treaty on the Non-Proliferation of Nuclear Weapons o Npt, Non-Proliferation Treaty) proposto alla Conferenza sulla non proliferazione nucleare tenutasi a New York lo scorso 22-26 agosto. Il Tpnw viene rivisto ogni cinque anni e ha l’obiettivo di limitare l’espansione delle armi e tecnologia nucleari promuovendo la cooperazione internazionale sull’uso pacifico dell’energia nucleare. È stato accolto da tutti gli Stati rappresentati nelle Nazioni unite tranne Corea del Nord, India, Israele, Pakistan e Sud Sudan. Il rifiuto russo era comunque già nell’aria dopo che l'ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, ha dichiarato al Consiglio di sicurezza che l'amministrazione Biden stava cercando un documento finale di consenso che rafforzi il trattato nucleare e riconosca «il modo in cui la guerra della Russia e le azioni irresponsabili in Ucraina minare lo scopo principale del Tnp». A Vasily Nebenzya, ambasciatore russo alle Nazioni unite, non sono piaciuti i quattro riferimenti a Zaporizhzhia contenuti nel documento finale tra cui l'espressione di grave preoccupazione per la sua sicurezza, le attività militari condotte presso o nelle vicinanze e, soprattutto, la perdita di controllo sull'impianto da parte delle autorità ucraine. Secondo Nebenzya gliUsa avrebbero «politicizzato il documento finale anteponendo i loro interessi geopolitici per punire la Russia». Sarebbe invece la Russia, sempre nelle parole di Nebenzya, «a operare costantemente per mantenere la sicurezza (a Zaporizhzhia) contrastando il sabotaggio dell’Occidente alla sicurezza globale».
LA MISSIONE dell’Aiea cercherà di appianare anche le divergenze emerse nel consesso internazionale dopo l’invasione russa dell’Ucraina e in questo ambito l’accordo tra Kiev e Mosca nel permettere ad un organismo internazionale di controllare lo stato di Zaporizhzhia potrebbe rappresentare un primo vero passo verso un dialogo più concreto tra le due capitali.

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