SOCIETA

Dal Sinodo un appello per il salario minimo e il diritto di cittadinanza

CHIESE METODISTE E VALDESI
LUCA KOCCIITALIA/torre pellice

Con due appelli, uno a favore del «salario minimo» per tutte le lavoratrici e i lavoratori e uno per «l’allargamento del diritto di cittadinanza», si è chiuso ieri pomeriggio a Torre Pellice il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi.
Dopo un anno di stop imposto dalla pandemia (2020) e un anno «a distanza» (2021), sono tornati a riunirsi tutti in presenza, dal 21 al 26 agosto nella «capitale» delle valli valdesi piemontesi, 155 deputate e deputati, democraticamente eletti dalle singole comunità territoriali ed equamente divisi fra pastori e laici, per discutere della vita della principale Chiesa cristiana non cattolica presente in Italia e deliberare gli impegni per i prossimi anni.
Il Sinodo è stato preceduto da un’assemblea congiunta con le delegate e i delegati dell’Unione cristiana evangelica battista in Italia, 15 anni dopo l’ultima sessione comune, datata 2007. È tracciata la strada verso una sempre maggiore unità fra le due Chiese: l’assemblea congiunta battisti-metodisti-valdesi si terrà ogni 5 anni, verrà rafforzata la collaborazione nei territori (prevedendo, per esempio, che un pastore o una pastora valdese possa avere la responsabilità anche di una chiesa battista, e viceversa) e l’istituzione di centro studi sulla pace intitolato a Martin Luther King sostenuto insieme dalle tre Chiese.
Al Sinodo metodista e valdese, oltre a temi strettamente ecclesiali, fra cui l’approvazione dei progetti sociali e culturali finanziati con l’8 per mille (in crescita da 43 a 45 milioni di euro grazie all’aumento dei contribuenti che hanno firmato per metodisti e valdesi: da 547mila a 570mila), si sono affrontati temi sociali e politici.
Il lavoro appunto, con l’approvazione di un ampio documento che, oltre al «salario minimo», impegna le Chiese ad attivarsi nella società e presso le istituzioni contro la precarietà, per favorire il lavoro dei migranti, per le «pari opportunità» e una «effettiva parità di trattamento fra donne e uomini», per la «sicurezza sul lavoro» e «la lotta al lavoro nero e grigio, allo sfruttamento del lavoro minorile», per la «transizione ecologica» e un «uno sviluppo sostenibile che rifiuti la mercificazione privatistica dell’ambiente».
E le elezioni politiche, di cui preoccupa la «tendenza alla radicalizzazione, che non è radicalità, ma è rifiuto del dialogo e delle posizioni dell’altro, visto solo come un nemico», si legge nell’atto approvato dal Sinodo. Nessuna indicazione di voto, ma «al contempo il Sinodo desidera richiamare l’attenzione in particolare dei cristiani e delle cristiane sul fatto che la dialettica democratica non significa che ogni scelta sia ugualmente valida, ma anzi che la scelta debba nascere da un responsabile discernimento». Fra gli elementi per un possibile discernimento, «la volontà di favorire un allargamento del diritto di cittadinanza».
Sul piatto anche la questione delle «banche armate», utilizzate come tesorerie anche da metodisti e valdesi: per ora non c’è nessun impegno messo nero su bianco, ma la Tavola valdese (organo esecutivo) avvierà una riflessione sul nodo dell’affidamento delle risorse economiche delle Chiese. Se ne riparlerà al prossimo Sinodo.
Confermata per un altro anno alla guida della Tavola valdese la diacona Alessandra Trotta. «Vogliamo radicarci in un impegno non solo di parole - ha dichiarato - ma di partecipazione e azione concreta nei dibattiti culturali e sociali e nelle lotte su temi importanti come quello del lavoro, della salvaguardia dell’ambiente, della pace e della democrazia».

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