INTERNAZIONALE

Giudice contro Biden: no fondi “congelati” per le vittime dell’11/9

USA/AFGHANISTAN, IL CONTENZIOSO CHE BLOCCA I SOLDI DELLA BANCA CENTRALE DI KABUL
GIULIANO BATTISTONAfghanistan/usa

I famigliari delle vittime dell’11 settembre non hanno diritto a essere risarciti con i soldi della Banca centrale afghana. La decisione, che porta la firma della giudice statunitense Sarah Netburn, è la prima di un lungo contenzioso, giudiziario e politico. Alla base, la questione su chi possa disporre legittimamente dei miliardi di dollari di Da Afghanistan Bank (Dab), la Banca centrale afghana. Dopo che, nell’agosto 2021, i Talebani hanno conquistato Kabul e sono tornati al potere, circa 9 miliardi di dollari appartenenti alla Dab sono stati "congelati" all’estero. La maggior parte, circa 7 miliardi, alla Federal Reserve di New York.
Secondo la Reuters, la notizia è stata comunicata da Naseer Ahmad Faiq, Chargé d’Affaires della missione permanente afghana alle Nazioni unite, il quale si è augurato che quei soldi possano essere usati per sostenere l’economia afghana, in caduta libera dalla scorsa estate. Da allora, l’economia si è contratta del 35% e a causa delle sanzioni il sistema bancario è pressoché isolato dal circuito internazionale e senza liquidità.
I Talebani ritengono che il "congelamento" sia una rappresaglia finanziaria. Il presidente Usa, Joe Biden, lo scorso febbraio, con un ordine esecutivo ha invece stabilito che, dei 7 miliardi trattenuti alla Federal Reserve, la metà sarebbe potuta andare ai famigliari delle vittime, qualora l’azione legale contro i Talebani avesse trovato conferme giuridiche.
Sono 4 i gruppi di vittime e famigliari di vittime dell’11 settembre che hanno mosso azione legale contro diversi attori non-statuali per ottenere risarcimenti. Tra questi, oltre ad al-Qaeda, ci sono i Talebani. Pur non avendo responsabilità materiali, sono accusati di aver dato ospitalità ad al-Qaeda. Il governo statunitense ha dunque sollecitato i due giudici di Manhattan a valutare la possibilità che esistano eccezioni rispetto all’immunità di cui godono i fondi di un Paese sovrano.
Secondo la giudice Sarah Netburn, ci sono diverse ragioni per negare la richiesta delle vittime: la prima è che la Banca centrale afghana è al di là della giurisdizione degli Stati uniti. Autorizzare l’operazione significherebbe inoltre riconoscere indirettamente l’Emirato dei Talebani come governo legittimo del Paese. Le sue raccomandazioni sono esplicite: è un diritto delle vittime ottenere giustizia e risarcimenti, ma «la legge limita l’ambito delle azioni che una corte può autorizzare e tali limiti pongono gli asset della Dab al di là della sua autorità».
La controversia non è finita: le raccomandazioni della giudice Netburn saranno esaminate dal giudice distrettuale George Daniels, che potrebbe accettarle o meno, secondo quanto spiega la Reuters. Intanto, i Talebani e i rappresentanti del governo Usa continuano a negoziare su una soluzione condivisa per scongelare gli altri 3,5 miliardi di dollari, attraverso un fondo fiduciario gestito da attori terzi.

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