POLITICA

Salvini punta su clandestini, nucleare e autonomia

IL LEADER PROVA A FAR PRESSIONE SUGLI ALLEATI PER TORNARE AL VIMINALE
MARINA DELLA CROCEITALIA

L’occasione è troppo ghiotta e infatti Matteo Salvini non se la fa scappare. Quando a Salerno arriva l’Ocean Viking con 387 migranti frutto di una serie di salvataggi compiuti dalla ong Sos Mediterranée in mare e il governatore della Campania Vincenzo De Luca chiede di bloccare lo sbarco dei naufraghi, con la sola eccezione dei minori non accompagnati, per la presenza a bordo di persone positive al Covid trasformando di fatto l’imbarcazione della ong in una nave quarantena, la reazione è immediata: «De Luca (Pd) blocca lo sbarco di clandestini dalla nave di una ong nel porto di Salerno. Razzista anche lui?», commenta subito il leader della Lega facendo finta di non sapere che tra una possibile emergenza sanitaria e tenere bloccati a bordo di una nave decine e decine di migranti per decisione politica c’è una bella differenza.
Alla fine i migranti vengono fatti scendere a terra e tutto avviene senza problemi di alcun tipo, con De Luca che deve accettare la decisione del Viminale. Cosa che permette alla Lega di tornare a chiedere, come fa praticamente ogni giorno, le dimissioni della ministra dell’Interno Lucana Lamorgese.
Siamo solo all’inizio e sarà bene abituarsi agli allarmi «clandestini». Al di là della dovuta propaganda (ieri è tornato a dirsi sicuro che sarà la Lega, e quindi lui, a guidare il centrodestra, e questo anche se l’ultimo sondaggio lo dà più di dieci punti sotto Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni), Salvini sa bene che quello di sedersi presto a Palazzo Chigi è un sogno che deve mettere da parte, e infatti da tempo ormai punta a un ritorno al Viminale. Niente di meglio, quindi, che continuare ad agitare lo spauracchio migranti, che ha già dato buoni frutti in passato, per provare ad assicurarsi il posto. «Io il ministro per un annetto l’ho fatto. Se ci ridate fiducia torneremo a proteggere i confini», dice quindi parlando a un comizio a Chioggia. «Sul tema sicurezza dico che ci sono stati più sbarchi in questo mese di luglio con il ministro Lamorgese che in tutto il 2019 quando al ministero dell’Interno c’era la Lega. Mille sbarchi al giorno non ce li possiamo permettere».
Lo scopo di tanto darsi da fare, in realtà, non è tanto (o non solo) convincere gli italiani dell’esistenza di una presunta emergenza migranti. Salvini vuole soprattutto fare pressioni sugli alleati, restii a cimentarsi nel toto ministri prima del voto. E infatti mentre lui vorrebbe almeno sbarrare con il suo nome la casella relativa al Viminale, da Fratelli d’Italia si preferisce lasciar cadere il discorso. «Di ministri parleremo se e quando alzeremo la coppa», taglia corto il vicepresidente del Senato Fabrizio Rampelli. Con Ignazio La Russa che rincara la dose ricordando che «questo dibattito meglio non farlo in pubblico. Ne parleremo tra noi». Considerando che nei giorni scorsi per il ministero dell’Interno sono circolati nomi diversi da quello del leghista, se non è una porta chiusa poco ci manca.
Allora, in attesa che la situazione si sbrogli, via con la campagna elettorale che ieri lo ha visto girare come un forsennato per il tutto il Nord est incontrando sindaci assessori e consiglieri della Lega, ma anche imprenditori e partite Iva. Con loro Salvini ha parlato di flat tax, ha detto di voler azzerare l’Iva sui beni di prima necessità e di un ritorno al nucleare «di ultima generazione, che è il più sicuro al modo». Ma ha anche rispolverato il vecchio sogno dell’Autonomia, («Ho chiesto a Zaia di mettermi i mano il punto preciso del programma sull'autonomia perché abbiamo peso anche troppo tempo con Pd e 5 Stelle») che in passato ha fatto storcere il naso a una partito come quello della meloni ma che oggi, assicura Salvini, trova l’accordo di tutti. E guai se qualcuno prova a ipotizzare un possibile scambio tra l’autonomia e il presidenzialismo caro a Fratelli d’Italia: «Non siamo al mercato, no c’è nessuno scambio con l’autonomia - assicura - Sono assolutamente d’accordo su una riforma presidenziale ma non ci sono scambi». Si vedrà.

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