Continua il supporto ai prigionieri del gruppo di Gdeim Izik che, nel novembre del 2010, vennero incarcerati dalle forze di polizia marocchine prima e dopo il violento smantellamento del campo di protesta temporaneo situato alla periferia di El Aaiún, nel territorio occupato del Sahara Occidentale. I 18 saharawi ad oggi condannati a pene che vanno dai 20 anni all'ergastolo, assieme alle rispettive famiglie, hanno presentato lo scorso 1 luglio una formale denuncia al Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria delle Nazioni unite, riguardo la persecuzione politica a cui gli attivisti sono sottoposti.
La richiesta è stata presentata dai loro rappresentanti legali, dal professore Mads Andenas e Gianfranco Fattorini, rappresentante dell'Associazione americana di giuristi, sulla base di decisioni già adottate nel recente passato riguardo altri casi di saharawi condannati dopo aver firmato sotto tortura confessioni preparate dalla gendarmeria marocchina.
Va ricordato che Human Rights Watch, Amnesty International e gli esperti indipendenti di diritti umani dell’Un Special Procedures supportati dall'Alto commissariato Onu per i diritti umani (Ohchr), hanno negli anni più volte denunciato come i detenuti fossero stati arrestati in risposta al loro attivismo per i diritti umani e alla partecipazione attiva nella tendopoli di Gdeim Izik, dove 15mila saharawi si riunirono in una protesta pacifica contro la discriminazione economica e sociale inflitta loro dalle autorità occupanti.
(g.d.)