COMMUNITY

La rana e il bue, la morale della favola

I bambini ci guardano
GIUSEPPE CALICETIITALIA

Mi dite cosa è una favola e mi raccontate quella che abbiamo letto con parole vostre? «La favola sarebbe… Cioè, non è una fiaba, che la fiaba è quella con il principe, la principessa, l’oggetto magico eccetera. La fiaba è più corta e di solito ci sono protagonisti gli animali». «Però parlano come animali». «Sono più corte, le fiabe. Poi alla fine hanno la morale: un insegnamento». «Questa che abbiamo letto si intitola la ranocchia e il bue. Io la sapevo già. Io l’ho vista sul tablet di casa mia». «Sì, anche io. C’era una serie di fiabe e c’era anche questa». « C’era una volta una rana che viveva insieme alle altre rane e agli altri rospi, cioè i maschi delle rane e poi c’erano anche i ranocchi che sono poi i figli e vivono tutti insieme e fino a qui tutto è normale. Vivevano in uno stagno vicino a una fattoria». «La piccola rana andava a scuola ed era molto brava, a scuola. Sapeva fare bene gli esercizi in palestra. Saltava molto in alto. Giocava bene a pallavolo. Insomma, era molto atletica e anche molto intelligente. Anche in Italiano e in Matematica aveva dei bei voti e le sue maestre e i suoi genitori erano molto contenti di lei. E anche qui tutto è normale». «Aveva anche una pelle con un bel colore verde molto brillante. Quando c’era il sole, il suo verde luccicava». «Sì, faceva dei salti alti anche come un albero». «Però un giorno, in estate, arriva vicino allo stagno un bue. E qui tutto cambia, perché la rana e il bue iniziano a parlare. Cioè, si vedono, prima si vedono, poi iniziano a parlare tra di loro. Perché la ranocchia, in vita sua, non aveva mai visto le corna, la coda. Non aveva mai visto un bue. Neppure una mucca. O un leone. O una tigre. Ma quelle era naturale che non le aveva mai viste, perché una tigre o un leone non la vedo neanche io, vivono nella savana, non vicino a una fattoria di campagna, invece il bue ci può stare e insomma, la piccola rana, che poi non era piccolissima, era come tutte le rane, era molto invidiosa». «Sì. Perché lei è una rana e allora è piccola. Anzi, una ranocchia, era ancora una figlia di rana, stava ancora crescendo, non era ancora una rana vera. E invece il bue era grande, grandissimo. Lei non aveva mai visto un animale così grande». «Però in una fattoria ci sono anche le mucche. Anche le mucche sono grandi come un bue. Forse un po’ più piccole, ma sempre abbastanza grandi». «Allora anche un maiale è più grande di una rana. Allora anche un coniglio». «Forse lei non aveva mai visto una mucca o un maiale». «Ma cosa c’entra questo con la fiaba. Anzi, con la favola». «Io tra fiaba e favola mi confondo sempre. Non so perché. La piccola ranocchiesca è invidiosa perché vuole essere più grande anche lei. Come un bambino che vede suo padre o un altro uomo e dice che vuole essere anche lui grande come suo padre, come un uomo». «Lei pensa che il bue non è un bue, però. Lei pensa che il bue è una rana gigante. Può fare dei salti gigante, anche più alti e più lunghi dei salti che sapeva fare lei, che poi lei per la sua età li faceva già molto alti, molto grandi. Allora inizia a concentrarsi e a respirare forte. A fare dei respiri sempre più grandi e insomma, lei cercava di gonfiare sempre di più la sua pelle, come una palla che tu vuoi gonfiarla sempre più grande, con sempre più aria dentro… e alla fine…» «Alla fine lei si gonfiava ma il bue era sempre più grande di lei e allora, alla fine, è scoppiata, è morta. Per l’invidia. La sua pelle si è rotta. Fine della piccola rana».
Bravissimi. L’avete ripetuta molto bene. Però non mi avete ancora spiegato la morale.
«La morale sarebbe l’insegnamento». «Questo insegnamento, in questa fiaba, cioè, in questa favola, è che tu non devi essere invidioso di un bue». «Non devi volere quello che non hai. Per esempio un tuo amico ha una matita più bella e profumata della tua, dico una gomma profumata, tu non devi rubargliele». «Vuol dire che i bambini non possono diventare grandi tutti in una volta». «Per me… Per me la morale è che non devi avere l’invidia addosso o dopo stai male e ti puoi fare anche molto male, puoi anche morire». «La favola e il bue per me sono due bambine che una vuole essere più bella dell’altra, invece la fiaba dice che ognuna è diversa dall’altra e sono belle tutte e due. Insomma, insegna che non bisogna fare troppi confronti tra uno e l’altro perché tutti siamo diversi».

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it