VISIONI

La consapevolezza di Lizzo «Il mio corpo non è una moda»

Leggerezza pop ma dall’impatto politico: «Everybody’s Gay» è un inno queer
STEFANO CRIPPAUSA

È una delle protagoniste assolute delle ultime stagioni, rompendo schemi consolidati nella musica e non solo. L’accettazione del corpo – l’artista americana è felicemente orgogliosamente ‘curvy’ – è al centro della sua vita. «In America se sei donna, nera e grassa sei intrappolata in uno stereotipo. Il cambiamento deve partire da noi». Ecco Melissa Viviane Jefferson al secolo Lizzo, 34 anni, cantante, rapper, stilista e attrice (i suoi video sono contagiosi e scandalosamente divertenti) non ama le etichette. E così il suo nuovo Special – il suo quarto album appena licenziato per i tipi della Atlantic Records con il suo bel primo piano in copertina - ha tutti i numeri per diventare uno dei lavori più apprezzati dell’anno. Canzoni quasi tutte sotto i tre minuti, dove dimostra di aver studiato i suoni, i gruppi i solisti degli anni settanta e ottanta riproponendoli in un concentrato di suoni certamente «radio friendly» ma affatto banali.
A PARTIRE dal singolo che da mesi imperversa nelle radio e nelle classifiche, About damn time: «Penso – ha dichiarato in una recente intervista – che ci sia qualcosa di davvero magico nello stile musicale di About Damn Time: il genere disco e il funk sono stati di forte aiuto negli anni '70 e '80, le persone avevano bisogno di quella musica e ora ci troviamo in un'era in cui ci serve ancora quella musica, per tirarci su e sentirci meglio». Special è il suo lavoro più evoluto e delle maggiori potenzialità commerciali con dodici brani dodici dove pop, disco soul e una certa aria scanzonata si contaminano senza apparenti frizioni. Ma l’apparente perfezione delle canzoni - tutte potenziali hit - non significa che sembrino levigate: dietro - oltre al lavoro di Lizzo – c’è la mano di produttori dal tocco geniale come lo svedese Max Martin, il londinese Mark Ronson, Kid Harpoon, passando per Ricky Reed, Max Martin, Benjamin Levin, Adam Horovitz, Benny Blanco, Savan Kotecha, Peter Svensson, Ian Kirkpatrick. Parterre di nomi che costruiscono una rutilante discoteca – una sorta di Studio 54 2.0 – dove si gioca perfino la carta dei sessanta: in Break Up Twice lo zampino di Ronson riporta alla mente le canzoni di Amy Winehouse.
NELL’INNO QUEER dal titolo inequivocabile Everybody’s Gay, canta una notte di divertimento, in cui «toglierci la maschera, ballare e parlare», rimanendo semplicemente sè stessi. Pop ma politicamente scorretta, Lizzo è un personaggio sempre e consapevolmente fuori dalle righe, come dimostra l’attacco di The Sign: «Ciao, figlio di puttana, ti sono mancata?». Lizzo danza scatenata e gioiosa nel video di About Damn Time, dove spiega chiaramente: «Per me, il twerking non è una moda. Il mio corpo non è una moda. Twerko per i miei antenati, per la liberazione sessuale, per le mie ragazze. Perché posso. Perché mi piaccio. Danzo twerk perché è una cosa unica. È una cosa unica per me, per la mia gente, per la mia cultura».
«SPECIAL» dai tanti tributi ai settanta e agli ottanta, impone una riflessione se buona parte dei colossali successi dell’ultima decade, dai dischi di Bruno Mars al ‘testamento’ artistico dei disciolti Daft Punk di Random access memorie, facciamo riferimento proprio a quel periodo. Così Lizzo riempie i brani di citazioni: in Grrrls c’è un campionamento di Girls dei Beastie Boys e Rick Rubin, mentre in Break up twice spunta un frame da Doo wop (That thing) di Lauryn Hill, e Birthday girl osa una citazione di Summer madness. La conquista strategica del mondo da parte di Lizzo prosegue con un docu reality su Amazon Prime - Watch Out fort the Big Grrrls – e con una linea di di biancheria modellante, Ytty, che si basa sull’accettazione di sé. La consapevolezza nel segno di Lizzo.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it