INTERNAZIONALE

Bombe sulle città e sì della Rada al repulisti

Era l’interlocutore di Usa e Gran Bretagna. Nuovi bombardamenti sulle città ucraine
SABATO ANGIERIucraina/kiev

Nuovi bombardamenti sulle grandi città ucraine mentre il governo di Zelensky approva il decadimento di alcune figure cardine dell’apparato statale.
In Donbass, il centro di Kramatorsk è stato nuovamente colpito, presumibilmente con missili lanciati da caccia bombardieri, uccidendo almeno un civile e danneggiando diversi edifici residenziali. Nella vicina Slovjansk il sindaco Vadym Liakh ha riferito di pesanti bombardamenti in alcune zone periferiche della città e di diverse persone «intrappolate sotto le macerie» in seguito ad alcuni crolli. La ripresa dei bombardamenti nelle due fortezze designate dell’oblast di Donetsk sono il segno che probabilmente la cosiddetta “pausa operativa” dell’esercito russo è effettivamente terminata e che a breve l’avanzata via terra potrebbe riprendere verso Siversk e Bakhmut.
INTANTO ieri la Verkhovna Rada, il parlamento di Kiev, ha approvato le mozioni presentate dal presidente Volodymyr Zelensky il 17 luglio che chiedevano di rimuovere dall’incarico il procuratore generale della repubblica Iryna Venediktova e il capo dei servizi di sicurezza Ivan Bakanov. La motivazione ufficiale offerta dal capo di stato è stata «l’alto numero di traditori nei ranghi delle loro agenzie», tuttavia nessun dato è stato pubblicato così come al momento non si ha contezza di alcuna indagine interna.
Secondo il deputato Yaroslav Zheleznyak, rappresentante del partito Golos (“voce” in ucraino), 264 legislatori hanno appoggiato la mozione del licenziamento di Venediktova e 265 quella riguardante Bakanov. La notizia strana, diffusa in serata, è che Venediktova dovrebbe ottenere a breve un incarico diplomatico ed essere nominata ambasciatrice in Svizzera. Lo rivela Oleksiy Honcharenko, deputato del gruppo “Solidarietà europea” dell'ex-presidente Petro Poroshenko.
È SIGNIFICATIVO notare che con una guerra in corso licenziare il capo dei servizi segreti non è una decisione marginale. Bakanov intrattiene da mesi relazioni strette con i servizi di intelligence degli alleati Occidentali, in particolare di Gran Bretagna e Usa. Proprio gli Stati Uniti si sono espressi in merito alla decisione di ieri e tramite Ned Price, portavoce del Dipartimento di stato, hanno fatto sapere che continueranno a fornire informazioni all’Ucraina nonostante la decisione del presidente Zelensky. «Siamo in contatto quotidiano con i nostri partner ucraini» ha spiegato Price, specificando che «non investiamo in personalità, ma in istituzioni».
E QUINDI amici come prima, anche (e soprattutto) perché, come ha comunicato al telefono al suo omologo americano Mark Milley, il Comandante in capo delle forze armate ucraine Valerii Zaluzhnyi ha tenuto a sottolineare che i lanciarazzi americani Himars stanno aiutando a «stabilizzare la situazione sul campo di battaglia». Ne abbiamo scritto in questi giorni a proposito degli attacchi ucraini alle retrovie russe e agli obiettivi strategici, in particolare i depositi di munizioni. Ieri, nella regione di Kherson, altre due casematte sono state colpite e, stando alla nota del comando militare meridionale di Kiev, 65 soldati russi sono rimasti uccisi nell’attacco oltre a diversi veicoli blindati e un sistema di comunicazione mobile.
STANDO alle dichiarazioni di Suspilne, l’emittente pubblica nazionale ucraina, sei missili sarebbero stati lanciati contro la città occupata colpendo uno dei ponti Antonivsky. Anche se su quest’ultima informazioni i funzionari ucraini non si sono espressi ufficialmente, sembra che per riprendere Kherson le forze armate ucraine dovrebbero distruggere due ponti sul fiume Dnipro, chiamati “ponti Antonivsky” e utilizzati uno per il traffico di veicoli e l'altro per la ferrovia,
A POCA DISTANZA, Mykolayiv e Odessa sono state colpite ancora, la prima con bombe a grappolo che, però, non avrebbero lasciato vittime sul terreno e la seconda con sette missili da crociera Kalilbr lanciati dal Mar Nero. Una delle testate è stata intercettata ma le altre hanno centrato diverse abitazioni civili, una scuola e un centro culturale. Al momento non si hanno conferme sulla presenza di vittime e 10 persone sono state ricoverate in ospedale in condizioni non gravi.
Sulla presenza ingombrante e minacciosa di navi russe al largo della Crimea si è espresso oggi anche il vice-ministro della difesa ucraina, Volodymyr Gavrylov, in un’intervista al Times. Il politico sostiene che il suo esercito si starebbe preparando a «distruggere» la flotta russa nel Mar Nero grazie alle armi a lungo raggio fornite dagli alleati. Inoltre, con armi «a più lunga gittata» Gavrylov è convinto che il suo Paese riuscirà a respingere gli attacchi della Russia nel Mar Nero e di riprendersi la Crimea, sotto il controllo russo dal 2014.
IL CHE SI INSERISCE nelle dichiarazioni di Sergiy Bratchuk, portavoce dell'amministrazione militare dell'Oblast di Odesa, secondo il quale un «numero significativo» di navi militari russe sono state dislocate dalla base di Sebastopoli, in Crimea, verso Novorossijsk, in Russia.

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