INTERNAZIONALE

Riecco gli anni ’50: «Cosa fare in caso di attacco nucleare»

NEW YORK
MARINA CATUCCIUSA/NEW YORK

Il dipartimento di gestione delle emergenze di New York ha pubblicato un breve video, Nuclear Preparedness PSA, annuncio pubblico di preparazione per un attacco nucleare. Non ha aggiunto molto, oltre a una didascalia: «La gestione delle emergenze di New York condivide passaggi importanti che i newyorkesi devono seguire in caso di attacco nucleare».
Il video si apre con una musica di sottofondo mediamente drammatica e rumori di sirene, immagini di strade vuote fino all’entrata in scena di una narratrice, una donna afroamericana che affronta l’argomento di petto: «C’è stato un attacco nucleare. Non chiedermi come o perché, sappi solo che quello grande ci ha colpito. Ok? Allora, cosa facciamo?».
I TRE PASSI DA FARE: primo, trovare rifugio in un edificio e portarci familiari e amici; in caso si fosse per strada, fare immediatamente una doccia per lavare via le polveri radioattive. Il secondo: restare all’interno, se possibile in cantina, o almeno lontani da finestre e porte, da chiudere al più presto. Il terzo: sintonizzarsi su radio, tv, internet, per ulteriori informazioni e registrarsi per ricevere gli avvisi tramite sms della municipalità, solitamente riguardarti maltempo o sanità pubblica. In caso di attacco nucleare sarebbero l’unica fonte in grado di avvisare quando poter uscire di casa.
L’annuncio ha lasciato molte persone, non solo a New York City, a chiedersi cosa stesse succedendo. Il Defcon Warning System, organizzazione di intelligence privata che si concentra sulla minaccia di una guerra nucleare, ha scritto su Twitter: il video «non è in risposta a nessuna minaccia specifica». In effetti un attacco nucleare non ha colpito New York, ma il dipartimento di gestione delle emergenze vuole che i residenti siano preparati se mai dovesse verificarsi.
«Che senso ha esattamente prepararsi a un attacco da sei megatoni in una città che ospita nove milioni di anime?», il primo commento che si legge sotto il tweet di Defcon. La domanda continua a rimbalzare in una città dove i contagi per Covid non sono mai stati così alti, il livello di criminalità non accenna a scendere, i problemi di salute mentale sono un fenomeno evidente anche solo facendo una passeggiata, l’affitto medio di una casa a Manhattan ha toccato i 4.500 dollari e il numero di poveri cresce di giorno in giorno.
IL SINDACO DI NEW YORK Eric Adams ha affermato di approvare la mossa dell’ufficio di gestione delle emergenze: si tratta solo di «preparazione», «prendere le misure necessarie, visto quello che è successo in Ucraina». «Non credo sia allarmistico - ha detto Adams in conferenza stampa - È solo uno dei tanti annunci di preparazione alle emergenze come quelli sulla stagione degli uragani del mese scorso». Al giornalista che gli ha fatto notare che la stagione degli uragani è un fenomeno stagionale, reale e ciclico e non un’eventualità distopica remota, il sindaco non ha risposto.

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