INTERNAZIONALE

Mosca in «pausa operativa» prima dell’avanzata finale sul Donbass

SOLDATI SFINITI DAI COMBATTIMENTI, IL CREMLINO COSTRETTO A RIVOLGERSI AI VOLONTARI
SABATO ANGIERIucraina/Kramatorsk (donbass)

Nel clima generale di attesa che si respira in Donbass e che si fa più teso giorno dopo giorno, ieri Kramatorsk e Slovjansk hanno vissuto un’insolita quiete. L’«Istituto per lo studio della guerra» americano, attivo nel diffondere previsioni strategiche fin dall’inizio del conflitto, spiega che il Cremlino avrebbe programmato una «pausa operativa» volta a recuperare le capacità di combattimento del proprio esercito. In altri termini, l’armata russa avrebbe bisogno di rallentare significativamente nel proprio incedere verso le roccaforti ucraine per ricompattare le truppe, effettuare una rotazione nelle prime linee e mettere a punto armi e mezzi in vista dell’avanzata finale.
AGLI UOMINI in prima linea nella battaglia di Severodonetsk non è stato concesso alcun riposo, anzi, gli stessi sono stati spinti ad avanzare direttamente su Lysychansk. Dopo oltre un mese e mezzo di combattimenti sono sfiniti. Gli ucraini, tuttavia, pur avendo perduto porzioni significative di terreno, sono riusciti a effettuare una ritirata di successo verso la regione di Donetsk, risparmiando molti uomini e mezzi. Gli stessi che oggi si aggirano per le strade di Kramatorsk, in parte acquartierati nell’hotel in centro città che giovedì sera è stato colpito da un bombardamento russo.
Sarà forse anche per questa ragione che lo stato maggiore di Mosca ha deciso di non spingere verso una manovra azzardata e potenzialmente deleteria. Inoltre, nei pressi del confine con l’Ucraina, i russi starebbero continuando ad assemblare unità di volontari ad hoc per compensare la perdita di personale in battaglia.
Queste nuove unità al momento dovrebbero servire solo per presidiare i territori già occupati, proteggere le retrovie e permettere ai battaglioni dislocati dal fronte di Izyum a Severodonetsk di tornare in posizione per preparare l’offensiva dal nord del Donbass. Le mosse di Mosca lasciano supporre che l’intenzione sia ancora quella di stringere Slovjansk e Kramatorsk in una morsa da tre lati. A est di questa «sacca» si trova Siversk e, secondo l’ultimo aggiornamento dell’intelligence britannica, i russi starebbero concentrando uomini e mezzi proprio in questa direzione. L’esercito invasore si trova «a circa otto chilometri a ovest dell’attuale linea del fronte russo» e i bombardamenti sul centro abitato e sulle postazioni di difesa sono sempre più intensi.
IL RAPPORTO dice anche che «le forze russe tentano di avanzare verso il più probabile obiettivo operativo dell’area urbana di Sloviansk-Kramatorsk» e conclude confermando la tesi della «pausa tattica». Dal canto suo, lo stato maggiore ucraino conferma che i nemici stanno tentando di avanzare in direzione dei villaggi di Vesela Dolyna e Spirne, vicino a Bakhmut e Siversk. Tra l’altro, al momento scontri di artiglieria e fanteria sono in corso nei pressi del villaggio di Verkhnyokamyanske, ultimo centro abitato prima di Siversk. In quest’area i russi avrebbero ottenuto «un successo parziale», formula usata dagli addetti stampa militari di Kiev quando la situazione era ormai gravemente compromessa.
A POCA DISTANZA, nei territori dell’oblast di Lugansk occupati recentemente, ieri abbiamo avuto notizia del primo (presunto) atto di guerriglia clandestina. In seguito all’esplosione, avvenuta in circostanze poco chiare, di alcuni depositi di munizioni, gli occupanti russi avrebbero iniziato la ricerca di alcuni residenti che avrebbero potuto segnalare con fotografie o messaggi le coordinate delle casematte.
L’ex governatore della regione, Sergiy Haidai, ha dichiarato ieri di aver ricevuto notizie attendibili secondo cui a Kreminna, distretto di Severodonetsk, i militari di Mosca avrebbero vietato ai residenti di usare i cellulari e avrebbero aperto il fuoco su passanti «sospettati di spionaggio» perché sorpresi con gli smartphone. Secondo fonti ucraine, nell’ultimo mese quasi 20 depositi di munizioni russi sarebbero stati distrutti dall’artiglieria ucraina in Donbass e nel sud.

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