POLITICA

Dopo il caso Ipf arriva la riforma dei regolamenti

PARLAMENTO
ANDREA FABOZZIITALIA/ROMA

L’ultima eccezione è stata doppia. Il 29 giugno, infatti, la presidente del senato ha autorizzato - senza neanche interpellare la giunta per il regolamento - la costituzione del gruppo di Insieme per il futuro, quelli di Di Maio. Lo ha fatto grazie al «favore» del deputato Tabacci che ha concesso l’uso del simbolo Centro democratico, visto che il regolamento del senato per disincentivare il trasformismo non prevede la possibilità di costituire gruppi nuovi senza un riferimento a simboli che abbiano eletto almeno un senatore o una senatrice. Per consentire la nascita del gruppo Italia viva di Renzi ci fu bisogno infatti del senatore Nencini, eletto e titolare del simbolo del Psi. Per consentire più recentemente la formazione del gruppo Cal-Italia dei valori, invece, non è stato richiesto che l’unico eletto per la lista all’interno della quale era presente la componente Italia dei valori aderisse al nuovo gruppo, quell’eletto infatti è il senatore Casini che è lontanissimo dagli ex 5 Stelle di Cal. È bastato l’assenso del segretario di Idv che ha la titolarità del simbolo. Per consentire la nascita del gruppo Di Maio, infine, ecco l’eccezione doppia: il sotto-simbolo è quello di Tabacci che compariva in piccolo all’interno del simbolo di +Europa, l’eletta è la senatrice Bonino che non solo non aderisce al nuovo gruppo di scissionisti dal M5S ma con +Europa ha già formato e mantiene una componente del gruppo misto. Un’eletta - insomma - due simboli e due gruppi.
Li chiamano infatti «simboli matrioska» e la possibilità che si ripropongano nella prossima legislatura non è esclusa dal nuovo regolamento del senato già approvato in giunta e atteso in aula giovedì. La riforma serve ad adeguare il numero delle commissioni (da 14 a 10) e dei senatori necessari a formare un gruppo in partenza (da 10 a 7) in proporzione al taglio dei parlamentari. Proporzione in verità un po’ forzata, perché più corretto sarebbe stato considerare sufficienti 6 senatori per un gruppo, così evitando un’ulteriore penalizzazione dei partiti minori. Nella riforma, all’articolo 14, è confermata la possibilità di costituire nuovi gruppi facendo riferimento al sotto-simbolo di una coalizione di liste. In più è prevista anche la nascita di nuovi gruppi sulla base di simboli presentati (con almeno un eletto) non solo alle elezioni politiche ma anche alle europee e alle regionali (anche in una sola regione): in questo caso però serviranno almeno 10 (e non 7) senatori.
La riforma del regolamento della camera - approvata in giunta e attesa in aula sempre a luglio - prevede invece una stretta maggiore sui nuovi gruppi, per formare i quali serviranno adesso non più 20 ma 14 deputati. È esplicitamente previsto, infatti, che dai «simboli matrioska» si potrà in ogni caso formare un solo gruppo parlamentare. Assai più pesante, sia alla camera che al senato, la sanzione per i singoli parlamentari che decideranno di lasciare il proprio gruppo senza aderire a un gruppo già costituito: saranno considerati «non iscritti» (alla camera all’interno del Misto) senza diritto al contributo.
a. fab.

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