INTERNAZIONALE

Chiudere cellulari e app, arriva il Minority report antiabortista

COMINCIANO I VAGGI VERSO L’IVG LEGALE, MA AI TEMPI DEL WEB
LUCA CELADAUSA

La sentenza della Corte suprema ha palesato in modo giuridicamente tangibile la frattura politica che percorre gli Stati uniti.
Molti stati “rossi”, quelli governati da amministrazioni repubblicane avevano già pronti statuti anti aborto che necessitavano solo del nulla osta costituzionale per diventare esecutivi. Abortire è ora già illegale in otto stati: Alabama, Arkansas, Kentucky, Louisiana , Missouri, Oklahoma, South Dakota, Utah e Wisconsin. Un’altra dozzina si apprestano probabilmente a vietarlo a stretto giro ripristinando antiche ordinanze o varando nuove leggi. La decisione ha versato benzina su un paese già balcanizzato e promette di provocare il caos giuridico. Ieri oltre novanta procuratori di stati “proibizionisti” hanno firmato una lettera dichiarando di non avere comunque intenzione di perseguire donne o personale sanitario.
Certo è che a breve intere regioni, inclusi tutti gli stati del sud, avranno messo fuorilegge l’interruzione di gravidanza. In alcuni di essi la questione è accademica visto che i pochi consultori, vessati e sotto ogni genere di pressione, hanno già interrotto le attività – l’ultima clinica a cui potevano rivolgersi le donne del West Virginia ha chiuso i battenti ieri.
INTANTO, MENTRE strade piazze e perfino autostrade venivano invase da folle di manifestanti, molti stati progressisti, i blue states a conduzione democratica, hanno subito ribadito che sul loro territorio l’aborto rimarrà legale. Lo ha fatto il governatore della California Gavin Newsom che ha dichiarato il proprio stato “porto sicuro” per le donne che intendono abortire. Da tempo la California si sta preparando al previsto influsso di pazienti da stati limitrofi e Newsom ha annunciato uno stanziamento di 40 miliardi di dollari. In Massachusetts il governatore Charlie Baker ha firmato un decreto che vieta la collaborazione con inquirenti di stati proibizionisti e l’estradizione di eventuali indagate per il reato di aborto verso gli stessi.
IL RIFERIMENTO ad indagini ed estradizioni disegna scenari inquietanti in un’America dove il passaggio dei confini invisibili fra stati per la ragione sbagliata potrebbe costare una condanna. La divisione di 50 giurisdizioni in campi separati ed opposti segna un ulteriore inesorabile passo nella disgregazione esacerbata dal trumpismo.
La decisione ideologica della corte apre la porta non già al semplice ritorno all’era proibizionista che vigeva mezzo secolo fa, bensì a una situazione più grave e volatile che assicura conflitti giuridici e costituzionali.
UN DATO INQUIETANTE riguarda gli strumenti digitali ormai disponibili per la potenziale sorveglianza. Molti in questi giorni invitano le donne residenti in stati rossi a rimuovere immediatamente ogni app di tracciamento della fertilità. Attualmente sono disponibili dozzine di programmi che tracciano il ciclo mestruale, l’ovulazione e i giorni di massima fertilità di cui fanno regolare uso milioni di donne. I dati che raccolgono, compreso sull’inizio, stato ed eventuale interruzione di gravidanze, potrebbero costituire una vasta banca di informazioni sullo stato riproduttivo delle cittadine. E la Electronic Frontier Foundation suggerisce persino alle donne che andassero ad abortire di tenere spento il cellulare.
SE LA DISTOPIA da Handmaid’s Tale e Minority Report che alcuni prevedono sembrasse eccessiva, occorre ricordare che eventuali questioni di privacy verrebbero trattate dalla stessa corte suprema che ha abrogato i diritti di centinai di milioni di Americani. Mentre i sondaggi - l’autorevole Pew Research ad esempio – continuano a confermare che il 61% degli Americani almeno rimane favorevole al diritto ad abortire e solo il 37% contrario. Le statistiche inoltre dicono che gli interventi sono drasticamente diminuiti negli ultimi 20 anni (da 1,5 milioni d negli anni ‘80 a circa 900mila oggi). Confermano cioè che la motivazione della sentenza non ha niente a che vedere con la salute pubblica o la prevenzione e tutto con un’imposizione “morale” e punitiva da parte di una minoranza di estrazione religiosa e dalle velleità teocratiche.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it