POLITICA

Verona, Tosi aderisce a Fi: «Ora Sboarina tratti con noi»

Il sindaco uscente di Fdi nell’angolo. Tommasi: la partita vera inizia adesso, c’è voglia di novità
ANDREA CARUGATIITALIA/verona

La mossa del cavallo di Flavio Tosi, che ieri ha aderito ufficialmente a Forza Italia, complica ulteriormente la vita al sindaco uscente di centrodestra di Verona Federico Sboarina, che il 26 giugno sfiderà al ballottaggio Damiano Tommasi. Tra Tosi (23,8% al primo turno) e il suo successore alla guida del Comune (32,7%) i rapporti sono pessimi, peggiorati da una campagna elettorale in cui se ne sono dette di tutti i colori. E se l’obiettivo di Sboarina era sfilare Forza Italia riportandola in coalizione con lui (insieme a Fdi e Lega) lasciando Tosi ai margini, è fallito.
DA IERI, SE IL CANDIDATO di Fdi vorrà l’appoggio di quella parte del centrodestra che al primo turno non l’aveva appoggiato, dovrà sedersi a un tavolo col nemico Tosi. Cosa che lui non avrebbe alcuna intenzione di fare. Per questo da ieri si è chiuso con un pugno di fedelissimo nel suo ufficio in Comune: «No comment», la risposta a chi cercava un commento sulla mossa di Tosi. E del resto, nella conferenza stampa in cui ha annunciato l’ingresso di Tosi in Fi (benedetto da Berlusconi con tanto di post su Facebook), Antonio Tajani è stato chiaro: «Forza Italia è disponibile all'apparentamento. Ora si discuterà in un tavolo. Noi siamo leali, ma servono i giusti riconoscimenti. Ma nessun mercato delle poltrone». Tosi è stato ancora più esplicito: «Quello che manca è solo l'apertura del confronto da parte di Sboarina». E ancora: «Ora aspettiamo che batta un colpo, mica andiamo lì col cappello in mano...».
UN ABBRACCIO MORTALE, quello dell’ex sindaco. Che mette Sboarina in un cul de sac: se accetta, si ritroverà- in caso di vittoria- come un sindaco dimezzato e commissariato. Se non accetta rischia seriamente di perdere al secondo turno con Tommasi. Per questo, pare è chiaro che l’accordo lo farà solo se ci sarà un ordine di Giorgia Meloni.
TOMMASI, CANDIDATO DAL sapore civico anche se sostenuto da tutto il centrosinistra, ha solo da guadagnare dalle trattative al veleno in casa delle destre. Continua imperterrito nella sua campagna fatta di piccoli incontri, nei prossimi giorni visiterà a piedi tutti e 8 i quartieri. Come al primo turno, nessun big nazionale andrà a Verona per dargli una mano. «C’è’ voglia di cambiare e di voltare pagina», il suo mantra. «La vera partita inizia adesso, i veronesi sceglieranno tra passato e futuro». C’è anche spazio per una battuta scaramantica da atleta: «Se vinco vado in bici in cima allo Stelvio».
STANDO AI DATI STORICI sull’affluenza ai ballottaggi, all’ex centrocampista basterebbe riportare alle urne tutti quelli che l’hanno già votato il 12 giugno per poter ambire a una storica vittoria. Di certo, a Verona nessuno ritiene che la maggioranza dei 25mila elettori di Tosi sia disposta a tornare alle urne per votare Sboarina, anche se i due trovassero un accordo in zona Cesarini. Scettico l’europarlamentare leghista Gianantonio Da Re, storica figura della Liga veneta: «Non pensiate che Tosi possa correre con il centrodestra di Sboarina, si venderà al miglior offerente». Di parere opposto Salvini: «Io l’accordo con Flavio lo farei domani, le mie simpatie non contano».
SFIDA ALL’ULTIMO VOTO ANCHE a Monza, dove Paolo Pilotto del centrosinistra ha sfiorato il 40%, mentre lo strafavorito sindaco di centrodestra Dario Allevi si è fermato al 47.5%. «Ci hanno raccontato per mesi che il centrodestra avrebbe vinto al primo turno», dice Pilotto. «E invece si respira una voglia di cambiamento». Importanti potrebbero essere i 2500 voti del civico Paolo Piffer (5,8%), lontano dai due poli, ma caratterizzato da battaglie sulle condizioni di vita nelle carceri, per i diritti umani e per l’istituzione di spazi sicuri per il consumo di sostanze stupefacenti. Tutti temi decisamente lontani dal centrodestra.
PER ENRICO LETTA LA PARTITA delle comunali non si è affatto chiusa il 12 giugno. «In questo momento siamo concentrati esclusivamente sui ballottaggi: nei 13 capoluoghi al voto abbiamo la concreta possibilità di eleggere 13 sindaci, di cui 6 donne. Vogliamo confermare e completare l’ottimo risultato del primo turno. Parlerò con tutti, sia a livello locale che nazionale, per convincerli dell’importanza che a vincere i ballottaggi sia il centrosinistra». La settimana prossima sarà a Monza con Pilotto: la Lombardia è centrale in vista delle regionali 2023. Il leader Pd rinvia dunque al 27 giugno ogni discussione sulle alleanze per le politiche: «Vincere i ballottaggi sarà molto utile anche per le discussioni future sulle alleanze, per creare le condizioni per essere competitivi alle politiche». Del resto a Verona la coalizione comprende tutto il centrosinistra, M5S e anche Azione di Calenda. Una vittoria sotto l’arena sarebbe doppia per i dem.

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