POLITICA

Biondi vede la vittoria, Pezzopane solo terza

L’AQUILA
MARIO DI VITOITALIA/l'aquila

Quando è sera lo scrutinio va ancora a rilento, ma le proiezioni non lasciano grandi margini di dubbio: Pierluigi Biondi è confermato sindaco di L’Aquila al primo turno con il 51%, di molto avanti rispetto agli inseguitori Americo Di Benedetto (24.5%) e Stefania Pezzopane (23%). Ex Casapound, Biondi era il vincitore pressoché annunciato, ma la vera notizia è che la coalizione centrista con ogni probabilità arriverà davanti a quella del centrosinistra. Una magra soddisfazione per Azione e + Europa, che insieme sopravanzano il Pd, ma tutto sommato è stata solo una prova generale di impotenza per tutte le forze che si opponevano alla destra (estrema) di L’Aquila. Le ultime proiezioni (copertura al 90%) danno Fratelli d’Italia primo partito al 19%, con il Pd che arranca intorno al 10%, la Lega all’8.5%, Azione/+Europa al 7% e Forza Italia al 6%. Affluenza al 68.3%.
Biondi canta vittoria: «Credo che sia stato un grande lavoro e sono molto contento del risultato finale». Poi mette il dito nella piaga del centrosinistra: «Non sta a me giudicare gli altri, ma penso che paradossalmente il fatto di essersi presentati separati li abbia agevolati in termini di consenso, perché è evidente che parliamo di due popoli che ormai non comunicano più. La storia non si fa con i se e con i ma, però sono convinto che se si fossero presentati insieme l’esito sarebbe stato lo stesso, anzi il divario sarebbe stato anche più ampio». È un po’ uno spargere il sale sulle macerie, ma a sentire le altre campane, è difficile fare un’analisi diversa. «Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire – dice Di Benedetto –, il mio risultato è epocale perché ero da solo. Il dialogo con l’altra coalizione? Il problema è che devono capire la realtà delle cose, L’Aquila vuole un profilo fuori dalle parti». Di Benedetto, consigliere regionale, tre anni fa era al fianco del candidato del centrosinistra Giovanni Legnini, salvo poi affrancarsi dalla coalizione quando ha capito che c’era lo spazio per costruire qualcosa al centro.
A trend ormai chiaro, Pezzopane non riesce a nascondere l’amarezza per un risultato atteso solo fino a un certo punto. La sconfitta era in qualche modo in preventivo, ma il terzo posto di certo è un dettaglio duro da digerire. «Conoscevamo i sondaggi, abbiamo lavorato per cercare di scalfire la forza della destra – dice Pezzopane –. Ho fatto un’esperienza straordinaria, una campagna elettorale bellissima. In consiglio comunale porterò avanti il mio programma. Ho sempre molto rispetto degli elettori, se gli aquilani hanno scelto così non posso fare altro che prenderne atto». La sfida, a questo punto, è sul futuro del centrosinistra: «È evidente che va rifondato, ho cercato di rimettere insieme tanti pezzi, di questo sono molto soddisfatta».
La città, sullo sfondo, è ormai al suo tredicesimo anno di dopo-sisma, il centro è ancora per lo più incartato di cantieri e la vita, da quel giorno di aprile del 2009 in cui tutto crollò, non è mai tornata a una vera e propria normalità.

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