INTERNAZIONALE

Per Kiev promessa d’Europa. Ma Biden fa il guastafeste

Von der Leyen rassicura Zelensky sul percorso di adesione all’Ue. Il presidente Usa: «Avvisato sui progetti russi, non ci ha ascoltati»
MARCO BOCCITTOUCRAINA/KIEV

Il 108esimo giorno di guerra per tenere desta l'attenzione del mondo sulla tragedia ucraina e allontanare il rischio di assuefazione, o peggio, sul fronte dei partner internazionale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ieri ha intensificato le sue attività politico-mediatiche surfando tra i fusi orari.
Intervenuto in videoconferenza al forum Shangri-La in corso a Singapore, Zelensky si è detto grato per «il supporto che non è rivolto solo all'Ucraina ma a voi stessi, perché sul campo di battaglia ucraino oggi si decidono gli assetti del mondo futuro insieme ai confini del possibile». Poi ha rilanciato l’allarme per «l’acuta crisi alimentare che molti paesi in Africa e in Asia soffriranno se la Russia continuerà a impedire l’esportazione dei prodotti agricoli ucraini». O a distruggerli, come successo ancora lo scorso weekend a Mykolaiv, lo denuncia il viceministro dell’agricoltura di Kiev, Taras Vysotskyi, con 300 mila tonnellate di cereali stoccate nei silos e andate in fumo sotto i colpi dell’artiglieria russa.
PIATTO FORTE DELLA GIORNATA presidenziale è stata senza dubbio la visita a Kiev di Ursula Von Der Leyen, per un colloquio che aveva al centro il percorso di adesione all’Unione europea dell’Ucraina e la sua ricostruzione, che sarà ovviamente «sostenibile» e verde, tanto da proporsi come apripista per la transizione ecologica dell'Europa intera. Zelensky ha ringraziato la presidente della Commissione europea per le sanzioni con cui Bruxelles ha voluto colpire la Russia, «di grande aiuto per la nostra lotta». Ma disgraziatamente «la guerra continua - ha aggiunto - e ora si sente la necessità di un settimo pacchetto di misure punitive».
VON DER LEYEN ha rassicurato Zelensky sul fatto che «entro la fine della prossima settimana» ci sarà il semaforo verde alla candidatura ufficiale di Kiev, grazie alla procedura d'urgenza, la stessa innescata anche per Moldavia e Georgia. Il terzetto raggiungerà a tempo di record lo stesso gradino occupato da Albania, Nord Macedonia, Montenegro, Serbia e Turchia, che per ottenere l’ambito status di pre-membro Ue hanno penato non poco.
Molto più speditamente procede la "russificazione" nelle zone occupate dell’Ucraina meridionale: secondo la Tass nella regione di Kherson si susseguono le cerimonie di consegna del passaporto della Federazione russa ai residenti che ne fanno richiesta. Centinaia le pratiche già evase, fanno sapere le nuove autorità locali, che non hanno abbandonato l’idea di un referendum sul modello di quello con cui nel 2014 è passata di mano la Crimea.
DOPO LE RECENTI POLEMICHE con Parigi, con Macron che agli ucraini era sembrato più preoccupato di «non umiliare Putin» che deciso a combatterlo, una nota ufficiale dell'Eliseo prova a mettere in chiaro che, «come sempre detto dal presidente francese, noi vogliamo la vittoria dell'Ucraina e vogliamo che la sua integrità territoriale sia ripristinata». Inoltre, prosegue la nota, nelle parole di Macron «non c’era l’intenzione di concedere alcunché a Putin e alla Russia».
Ma per un orizzonte che si rischiara, altre nuvole cariche di elettricità si addensano sui rapporti tra Kiev e i suoi alleati più stretti, complice un’altra delle uscite a gamba tesa a cui ci ha abituato negli ultimi tempi il presidente statunitense Joe Biden. Ricordate gli allarmi lanciati dall’intelligence Usa a febbraio sull’imminenza dell’invasione russa? Ebbene Zelensky, ha detto Biden durante un evento a margine del Vertice delle Americhe di Los Angeles, «non ha voluto ascoltarli». E come lui «molte altre persone».
A stretto giro il portavoce della presidenza ucraina Sergei Nikiforov ha voluto respingere l’appunto al mittente: «Il presidente Zelensky aveva chiesto ai partner occidentali sanzioni preventive contro la Russia prima che questa invadesse l’Ucraina - ha detto -, ne aveva parlato con lo stesso Biden nel corso di tre o quattro telefonate. Possiamo allora dire che furono i nostri alleati a non voler ascoltare».
FORTE E CHIARO è invece risuonato l’apprezzamento sul profilo Twitter del Difesa di Kiev per Elon Musk, il quale «riesce non solo a lavorare sui preparativi per la missione su Marte, ma anche a trasmettere gli Starlink alla nostra intelligence, così necessari per le sue missioni speciali». Speciali quanto spaziali, perché «le Forze armate dell’Ucraina difendono la libertà sulla Terra in modo che possa essere stabilita anche su Marte».
M.BO.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it