SOCIETA

Un disegno di legge della Lega mette a rischio il Terzo settore

5 PER MILLE
MARINA DELLA CROCE

Dalla ricerca sul cancro all’assistenza alle persone disabili, dall’ambiente alla tutela dei minori. Ma anche università e associazioni sportive, solo per citarne una minima parte. Sì perché sono 69 mila gli enti del Terzo settore che rischiano di vedere le proprie attività pesantemente compromesse da un disegno di legge della Lega che allarga la platea dei beneficiari del 5 mille estendendola anche ai fondi di assistenza di Guardia di finanza, polizia di Stato, arma dei carabinieri, vigili del fuoco e polizia penitenziaria. Uno «snaturamento» del fondo, denunciano le associazioni del Terzo settore, che potrebbe mettere in crisi l’intero settore del volontariato e dell’associazionismo.
Il ddl in questione porta il nome del senatore leghista Gianfranco Rufa ed è stato approvato da palazzo Madama a giugno dell’anno scorso. Attualmente si trova all’esame della commissione Bilancio della Camera che potrebbe licenziarlo senza sostanziali modifiche. «L’ipotesi di destinare le risorse del 5 per mille anche all’assistenza del personale delle forze dell’ordine e delle forze armate che già godono dei propri fondi previdenziali - spiega Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale Terzo settore - stravolge il motivo per cui nasce l’istituto, e cioè sostenere le attività di quei soggetti che come indica la Costituzione, curano l’interesse generale». «Il lavoro delle forze di polizia e delle forze armate è essenziale per la sicurezza di tutti i cittadini - ha spiegato nei giorni scorsi alla Camera Niccolò Contucci, direttore generale di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro - ma non dovrebbe essere sostenuto togliendo risorse al Terzo settore, che svolgono attività fondamentali a beneficio della collettività, complementari a quelle svolte dallo Stato».
Da 2006, anno in cui venne istituito, al 2020 il 5 per mille ha consentito a 69 mila enti di beneficiare complessivamente di 6,5 miliardi di euro, un contributo volontario dei cittadini fondamentale per le attività di associazioni come ActionAid, Aism, Airc, Emergency, Fai, Lega del Filo d’Oro, Save the Children e Fondazione Telethon. «Attraverso questo strumento di sussidiarietà fiscale - spiegano gli enti - lo Stato dà al contribuente la possibilità di decidere a chi destinare una quota delle imposte dovute, scegliendo fra gli enti non profit che perseguono finalità e interessi generali collegati all’educazione, alla ricerca scientifica o a quella sanitaria, alla cultura, alla tutela delle persone con disabilità, all’assistenza e all’inclusione sociale».
Tra il 2017 e il 2021 lo Stato ha già versato alle associazioni 48 milioni di euro in meno rispetto al dovuto, ma secondo alcune stime se il ddl Rufa dovesse essere approvato la somma destinata alle attività sociali potrebbe subire un ulteriore flessione del 20 per cento. Tutto ciò «dimostra il disinteresse della politica nei confronti della sostenibilità delle attività del Terzo settore che pure tanto contribuiscono allo sviluppo economico e sociale di questo Paese», prosegue Pallucchi che chiede ai deputati di abolire completamente il testo. «Da una parte si elogia a parole il ruolo che ha il Terzo settore nelle diverse emergenze sociali e poi, nella pratica, lo si affossa. Il testo di legge Rufa è per noi inaccettabile. Il parlamento fermi questa proposta».

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