VISIONI

Soft Cell, distopico sound fra crisi, guerre e ambiente

IL DUO PUBBLICA «HAPPINESS NOT INCLUDED», IL PRIMO DISCO DAL 2002
CECILIA ERMINIgb

A distanza di vent'anni dall'ultimo album Cruelty Without Beauty, il leggendario duo synth-pop Soft Cell torna con un nuovo, sorprendente disco dal titolo Happiness Not Included. Celebri per la hit Tainted Love - riproposta poi in numerose cover e addirittura campionata da Rihanna in Sos (2010), il frontman Marc Almond e il polistrumentista Dave Ball confezionano 10 brani in equilibrio fra luce e ombra e speranza e disperazione, mescolando con classe temi personali ad altri più universali. Quasi un concept album sulla condizione umana e la salute del mondo -quanto mai precaria - nel 21° secolo, l'album costruisce, canzone dopo canzone, una narrativa distopica che abbraccia tematiche come guerra, religione e la crisi dei rifugiati.
SENZA LASCIARE indietro riflessioni sulla vanità e l'egoismo contemporaneo. Aperto dall'ironica Happy Happy Happy, che parla di un mondo che appare come «sterilizzato e neutralizzato», il disco passa dal pop tellurico e arioso di Purple Zone, con il featuring dei Pet Shop Boys, alla dimensione onirica di Light Sleepers. Fino alla maestosa architettura di synth quasi barocca che permea Bruises On My Illusions. Alcuni brani sono più apertamente impegnati di altri ma, sebbene la politica sia intrinseca al disco, non è la sua forza dominante.
«Oh caro/mi sento come la Corea del Nord» canta Almond in Heart Like Chernobyl, mentre la title track racconta un passato intriso di colonialismo, schiavitù e censura della Storia. Teatrale al punto giusto, Happiness Not Included crea così un paesaggio sonoro affascinante e minaccioso che, nonostante un senso generale di sconfitta, offre un barlume di speranza. Proprio grazie al pop.

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