POLITICA

La scienza: vaiolo delle scimmie «non si trasmette per via sessuale»

VIRUS/POLEMICA
ANDREA CAPOCCIITALIA

Confermati anche gli altri due casi sospetti di vaiolo delle scimmie ricoverati all’istituto «Lazzaro Spallanzani» di Roma. I casi in Italia salgono dunque a tre e sono in condizioni «discrete». Solo uno di loro ha sviluppato una breve febbre e per nessuno si sono resi necessari farmaci antivirali. Altre segnalazioni sono arrivate ieri da Spagna (23), Regno unito (11), Portogallo (9) più casi isolati in Belgio, Francia, Germania, Svezia. Il totale sale a oltre un centinaio tra confermati e sospetti. Secondo Hans Kluge, direttore della sezione europea dell’Oms, si tratta di casi atipici: «non hanno relazioni con viaggi in aree dove il virus è endemico e riguardano soprattutto uomini che fanno sesso con uomini». La dispersione geografica suggerisce che la trasmissione sia in corso da tempo. «Eviterei di identificare la popolazione di uomini che fanno sesso con uomini come portatori di questa malattia» avverte il direttore sanitario dello «Spallanzani» Andrea Antinori: «Abbiamo la responsabilità di non stigmatizzare questa situazione». Nei prossimi giorni verrà verificata l’eventuale presenza del virus nello sperma. «Anche se questi focolai riguardano soprattutto uomini, il vaiolo non si trasmette per via sessuale» ribadisce al manifesto Carlo La Vecchia, ordinario di epidemiologia all’università di Milano. «Il virus si contrae per via respiratoria attraverso le goccioline di saliva che ci si scambia durante un contatto stretto». Dunque, i generici inviti alla prudenza nei rapporti omosessuali sono fuori luogo.
La netta prevalenza gay di per sé non è significativa. È usuale che la prima popolazione colpita da un’epidemia sia omogenea da qualche punto di vista, senza avere nulla a che fare con il virus. Basti pensare ai primi focolai di Covid-19 tra gli adepti di una chiesa in Corea del Sud nel 2020 che avevano partecipato a una riunione molto affollata, senza alcun legame – ovviamente – tra virus e credo. Anche per il vaiolo gli epidemiologi seguono la pista degli eventi «super-diffusivi». Tra i più probabili ci sono le feste per il gay pride che si è tenuto a Maspalomas (Gran Canaria) all’inizio di maggio, a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone. Due dei tre casi italiani hanno soggiornato alle Canarie Una sauna gay al centro dei casi madrileni, secondo l’assessore alla salute Enrique Garca Escudero. Con un possibile legame tra i due focolai. Le associazioni Lgbt hanno denunciato la pessima informazione circolata nei primi momenti. Sotto accusa un comunicato del Centro europeo di controllo delle malattie, che identificava come a rischio «uomini che fanno sesso con uomini o che hanno molti partner sessuali» (ma il comunicato di ieri correggeva il tiro). «Chiediamo al Ministero di intervenire per evitare che come negli anni '80 si crei uno stigma contro le persone gay» ha detto Fabrizio Marrazzo del Partito Gay. «Ci siamo già passati con Hiv/Aids che ha ucciso persone di ogni orientamento sessuale» ha twittato Ivan Scalfarotto. «Però non siamo più negli anni '80 e la lezione dovremmo averla imparata».

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