VISIONI

Richard Benson, il profeta del metal che andava in tv

LUTTI
STEFANO CRIPPAITALIA

I meno giovani lo ricordano agli esordi sulle emittenti private locali, quando era ancora fuorilegge chi trasmetteva in proprio, violando il monopolio della tv di Stato. Le sue maratone musicali per raccontare il rock – la sua passione da sempre – erano appuntamenti imprescindibili su Teleroma 56. Addio a Richard Benson, il conduttore e chitarrista di quelle trasmissioni notturne e di molto altro poi, morto a 67 anni dopo una lunga malattia. Di origini britanniche – mostrava il passaporto a chi manifestava qualche dubbio sui suoi natali - raccontava di essere cresciuto «a pane e Rolling Stones», per via di una conoscenza del padre con Mick Jagger. Fu tra i primi nei ’70 e 80 a praticare il metal nell’Italia allora dominata dai cantautori, con qualche concessione al rock tradizionale. Al pubblico arrivò grazie a Arbore, che lo ingaggiò prima in Per voi giovani (1976) e poi nel decennio successivo a Quelli della notte (1985), dove era il «Metallaro». Carlo Verdone lo volle nel film Maledetto il Giorno che t’ho incontrato (1992) nei panni di sè stesso.
A RICORDARLO sul suo profilo Instagram è lo stesso regista romano: «Rimasi folgorato quando lo vidi parlare di grandi chitarristi e gruppi a me sconosciuti in una emittente televisiva romana». «E così gli offrii il ruolo di un conduttore adrenalinico in un programma dal titolo «Juke box all’androgeno», in Maledetto il giorno. Fu fantastico. La bellezza di quegli anni in televisioni minori era trovare personaggi eccessivi, strani, folli. Veniva fuori da una Roma a noi sconosciuta dove si inventavano modi di dire, si creavano incredibili look, si sdoganava il proibito. Metti il distorsore in cielo, Richard!».
Negli ottanta gioca con look stravaganti, fra giubbetti portati a torso nudo, occhiali scuri e parrucche. E incide (poco) memorabili dischi, come Madre tortura (2000). Poi ancora apparizioni televisive, con Chiambretti, e performance dal vivo che - a dire il vero - erano a volte più vicine a «happening situazionisti» che si trasformavano - spesso e volentieri - in schermaglie con la Militia Infernale, o Benson Militia. «Ammiratori» - chiamiamoli così - che interrompevano gli show attraverso continue contestazioni e lancio di oggetti. Gli ultimi anni di Benson sono stati difficili, stretto fra pesanti problemi economici e la malattia.

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