INTERNAZIONALE

L’Aiea chiede di visitare Zaporizhzhia e nega che Kiev sviluppi armi nucleari

LA GUERRA DELLE CENTRALI
PIERGIORGIO PESCALIucraina/Zaporizhzhia

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha chiesto a Russia e Ucraina di poter avere accesso al sito nucleare di Zaporizhzhia. Mariano Rafael Grossi, direttore dell’Aiea, lo ha ripetuto ancora una volta ieri, riferendo al Parlamento europeo la situazione delle centrali in Ucraina e riassumendo le ispezioni condotte in Iran, dove è stato accertato che Teheran ha prodotto uranio arricchito.
NON È LA PRIMA VOLTA che Grossi chiede che gli ispettori internazionali possano visitare la centrale, ma i ripetuti solleciti lanciati sin dal 4 marzo, quando Zaporizhzhia è caduta sotto il controllo dell’esercito di Mosca, sono caduti nel vuoto. Gli ultimi appelli sono stati fatti il 4 maggio a Istanbul, quando il direttore ha incontrato il direttore della Rosatom, Alexey Likhachev e il 5 maggio a Vienna, durante il colloquio con Oleh Korikov, capo dell’Ispettorato statale per le normative nucleari ucraine.
Mentre l’Aie ha avuto accesso a tutte le centrali nucleari ucraine (South Ukraine, Rivne, Khmelnytskyi e Chernobyl), quella di Zaporizhzhia è ancora preclusa alle visite per il suo stato di diarchia: la gestione è in mano alle maestranze che fanno capo all’Energoatom, l’agenzia atomica ucraina, ma la sicurezza è sotto responsabilità russa. «Non c’è dubbio che Zaporizhzhia si trovi in territorio ucraino e che la centrale appartiene all’Ucraina» ha detto Grossi, «ma dobbiamo fare i conti con la realtà, cioè che il controllo del sito è in mano ai militari russi». Sia Mosca che Kiev hanno ufficiosamente dato il nulla osta per una visita degli ispettori atomici, «ma hanno anche aggiunto che la visita deve essere condotta sotto le loro rispettive bandiere. In caso contrario non sarà possibile condurre alcuna ispezione».
«Siamo di fronte ad una situazione molto, molto fragile» ha aggiunto il direttore dell’Aiea spiegando anche che nella centrale vi sono esperti russi «la cui funzione non è ancora chiara e la cui presenza è contraria ad ogni principio internazionale».
Zaporizhzhia, oltre ad essere la più grande centrale nucleare europea, è anche l’unica nella quale si sono verificati scontri armati entro il suo perimetro. Anche se «non hanno interessato nessuna parte sensibile del sito», come ha ripetuto Grossi, l’attenzione rimane alta.
DURANTE il suo intervento al Parlamento europeo è stato ribadito ancora una volta che a Chernobyl non si sono verificati incidenti radioattivi che potrebbero aver minato la salute dei soldati russi e lo stesso relatore ha precisato che i lavori, all’inizio identificati dagli ucraini come «trincee, in realtà sono scavi» le cui misure radioattive non hanno dato segnali di preoccupazione.
Mariano Grossi ha anche parlato dei rapporti rilasciati da «alti funzionari» (russi, pur non citandoli) secondo cui l’Ucraina avrebbe o starebbe sviluppando armi nucleari. «L’Aiea ha negato immediatamente e con fermezza queste voci non sulla base di considerazioni o simpatie politiche, ma sui dati scientifici di cui siamo in possesso grazie ai quali possiamo oggettivamente confermare che non vi è alcuna deviazione di materiale nucleare».
Ha anche spiegato che, se si confronta la situazione in luoghi dove sono custoditi anche più di 30.000 kg di uranio altamente arricchito e simili quantità di plutonio ed in cui gli ispettori Aiea non sono ammessi, i dubbi che possono far nascere tali accuse possono creare tensioni molto pericolose. «Anche per dissipare tali dubbi i colleghi ucraini e russi devono permettere agli ispettori internazionali di ispezionare la centrale».
L’arricchimento dell’uranio per uso bellico non può avvenire nei normali reattori nucleari, ma occorrono impianti separati (le centrifughe) che, con procedimenti costosi e tempi lunghissimi, concentrano l’uranio-235 fino ad un grado di purezza attorno al 90-95%. Più complessa è la separazione del plutonio-239, che poteva essere estratto dai reattori RBMK utilizzati a Chernobyl e di cui oggi ne rimangono solo 8 in attività, tutti in Russia (l’ultimo verrà decommissionato nel 2034). Per creare una bomba nucleare del tipo di quella scoppiata a Nagasaki (circa 20 chilotoni) occorre avere 25 kg di uranio -235 HEU (High Enriched Uranium) e 4 kg di plutonio-239.
IL PROGRAMMA nucleare ucraino è stato completamente smantellato tra il 2010 e il 2012 quando, sotto il governo di Yanukovych, Stati Uniti (con l’allora presidente Obama), Russia, Ucraina e Aiea hanno trasferito in Russia tutti i 238 chilogrammi di uranio arricchito custoditi nei siti ucraini. In cambio gli Usa hanno finanziato la costruzione del reattore di ricerca e per la produzione di isotopi NSF (Neutron Source Facility) di Kharkiv, più volte bombardato durante l’attuale guerra.
Da allora l’Ucraina non ha più posseduto impianti di arricchimento, anch’essi trasferiti in Russia nel programma di disarmo nucleare.

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