CULTURA

Tosatti, «siamo una civiltà assente»

REDAZIONEITALIA/VENEZIA

«L’opera io la guardo come fossi uno spettatore, ne sono stato il traduttore ma la storia che racconta - quella dell’ "assenza" - è in parte la stessa del nostro paese, dell’Europa e dell’occidente, soprattutto in questo momento. Credo che dovremmo essere più presenti, forse stiamo mancando a noi stessi come civiltà e così facendo siamo finiti in fondo a una notte.
C’è una crisi ambientale che minaccia molte specie, ci sono le guerre in corso, c’è una crisi economica che ci fa capire che non stiamo lavorando insieme. L’assenza umana di questa opera ci parla un po’ di tutto ciò. Poi ovviamente ci sono gli echi dell’attualità con le fabbriche vuote, con le regioni dell’est Europa che diventano una corrispondenza lancinante. Ovviamente non era cercata però un’opera va al di là delle intenzioni dell’autore, sa sempre molte più cose risponde allo spirito del tempo e lo spirito del tempo sa già tutto. Noi l’abbiamo solo montata».

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