EUROPA

Il piano spagnolo penalizza la Francia

UE, IN SALITA I NEGOZIATI SUL TETTO AL PREZZO DELL’ENERGIA
MARCO SANTOPADREspagna/portogallo/europa/bruxelles

I negoziati tra Madrid e Bruxelles sulla cosiddetta «eccezione iberica», diretta a permettere un tetto massimo al prezzo dell’energia, sembrano più difficili del previsto. Inoltre, ha anticipato il quotidiano El País, Madrid dovrà diminuire le esportazioni di elettricità in Francia.
Inizialmente la Spagna ha proposto un sistema di double price matching per differenziare il prezzo dell’energia consumata in patria da quello dell’elettricità inviata a Parigi e da qui immessa nel mercato comunitario. Ma, afferma El País, l’Ue non ritiene tale soluzione sufficiente a impedire che una certa quota di elettricità calmierata venga esportata nel resto d’Europa; di qui la necessità di tagliare le esportazioni almeno fino a fine anno. Anche se la capacità di interconnessione energetica della Spagna è davvero molto bassa, inferiore al 3%, soprattutto la Germania e i paesi scandinavi si oppongono alla misura, adducendo il timore di una rottura dell’omogeneità del mercato energetico europeo. I serrati colloqui tra la vicepremier spagnola Teresa Ribera e la commissaria europea all’energia Kadri Simson non sarebbero stati finora in grado di superare l’impasse.
Madrid e Lisbona mirano a una soluzione rapida che permetta di ottenere il placet di Bruxelles entro il 27 aprile, data della prossima riunione dei commissari europei. Le discrepanze però attengono anche al tetto massimo del prezzo dell’elettricità, che la Commissione Europea pretende sia più alto di quello chiesto dai paesi iberici (130 euro al MWh). Una posizione condivisa dalle imprese energetiche che, per evitare di vedersi ridurre i margini di profitto, premono su Bruxelles affinché imponga ai due paesi di rinunciare anche ad alcuni meccanismi miranti a ottenere più contratti a medio e a lungo termine.
Vista la sua scarsa dipendenza dal gas importato dalla Russia (appena l’8%) la Spagna sembrava al riparo dalle turbolenze generate dalla scelta di ridurre il flusso da Mosca. Tradizionalmente Madrid dipendeva soprattutto dall’Algeria e poi, in quest’ordine, dagli Usa, dalla Nigeria, dal Qatar e da Trinidad e Tobago.
La decisione di Pedro Sánchez di stabilire rapporti preferenziali con il Marocco, in cambio del riconoscimento della sua annessione del Sahara Occidentale, ha però suscitato l’ira dell’Algeria, sponsor storico del Fronte Polisario. Dopo aver rotto le relazioni con Rabat e interrotto il flusso di gas col vicino, Algeri ha aumentato da 21 a 30 i miliardi di metri cubi di gas pompati ogni anno in Italia attraverso il gasdotto Transmed. La mossa, unita ad un probabile aumento del prezzo del gas venduto alla Spagna, ha generato irritazione e preoccupazione a Madrid, che ha raddoppiando gli acquisti di gas naturale liquido proveniente da Washington.

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