La ricerca affannosa degli italiani di liberarsi dalla dipendenza dal gas russo (il 40% delle importazioni energetiche) ha aperto un risiko geo-economico nel Mediterraneo. In Spagna l'accordo stretto l’altro ieri dal governo italiano con quello algerino sulla fornitura supplementare di nove miliardi di metri cubi di gas entro tre anni che si aggiungeranno agli attuali 21 miliardi di metri cubi è stato letto rispetto ai rapporti tempestosi con l'Algeria sulla risoluzione del conflitto nel Sahara Occidentale con il Marocco. Da ultimo, le tensioni hanno portato al ritiro dell'ambasciatore algerino dalla Spagna. Secondo alcuni retroscena pubblicati ieri sui media spagnoli la preoccupazione del governo guidato dal socialista Pedro Sanchez è la minaccia algerina di aumentare il prezzo del gas venduto a Madrid.
Mentre testate spagnole come El Pais si limitano a sottolineare come, grazie al nuovo accordo, l'Italia può ottenere «il triplo» della quantità di gas algerino attualmente importato dalla Spagna, quotidiani come El Mundo sostengono che Sánchez «non può essere ricevuto ad Algeri con tutti gli onori come Draghi» dopo aver scelto di abbandonare la tradizionale linea spagnola di neutralità sul conflitto del Sahara Occidentale.
Per la portavoce del governo Isabel Rodriguez l'Algeria, principale fornitore di gas della Spagna, resta «un socio strategico» e gli approvvigionamenti «sono garantiti». «Siamo concentrati sul riuscire ad abbassare gli importi delle bollette». «La situazione dei nostri vicini dell'Italia non è paragonabile a quella spagnola». «La dipendenza dell'Italia dal gas russo è del 40%, la nostra è dell'8%». Secondo Agenzia Nova Mario Draghi andrà in Congo e in Angola il 21 e 22 aprile e in Mozambico a inizio maggio.