INTERNAZIONALE

Spagna, il razionamento ora è consentito

PIANO NAZIONALE DI RISPOSTA ALLA GUERRA
MARCO SANTOPADREspagna

Supermercati e negozi potranno imporre un limite alle unità dello stesso prodotto che i clienti possono acquistare. Lo hanno già fatto nelle ultime settimane numerosi esercenti, dopo l’interruzione delle forniture di alcuni prodotti - latte e olio di girasole - dovuta al lungo sciopero degli autotrasportatori iberici contro il caro benzina, al blocco dei rifornimenti causata dal conflitto in Ucraina e alla speculazione. Ma se finora il razionamento era esplicitamente proibito, l’esecutivo di Madrid ha deciso di consentirlo in situazioni eccezionali per evitare episodi di accaparramento.
Si tratta di una delle misure contenute nel «Piano Nazionale di risposta alla guerra in Ucraina» varato il 29 marzo con il quale Sánchez tenta di tamponare le conseguenze dell’ennesima crisi. Il piano prevede 6 miliardi di aiuti diretti e sconti fiscali a famiglie, imprese e rifugiati e 10 miliardi di crediti statali al tessuto produttivo. Il decreto mira a ridurre l’impatto dell’aumento di carburanti, elettricità e mangimi: 1,2 miliardi andranno ai trasporti, 360 milioni alla pesca e all’agricoltura. Agli agricoltori sarà inoltre consentito di estendere le superfici coltivate a cereali e semi oleosi, il cui flusso dall’Ucraina si è interrotto. Uno sconto di 20 centesimi al litro (15 a carico dello stato e 5 delle compagnie petrolifere) sarà applicato poi a tutti i cittadini dal primo aprile al 30 giugno e i contratti d’affitto rinnovati entro questa data non potranno prevedere aumenti del canone superiori al 2%.
Sul fronte occupazionale le aziende, se vorranno accedere agli aiuti statali, non potranno licenziare. La limitazione non è piaciuta ad Antonio Garamendi della Ceoe (la Confindustria spagnola) secondo il quale cozzerebbe con l’economia di mercato. Sul fronte opposto, le organizzazioni sociali e sindacali apprezzano gli sforzi del governo, ma ad esempio le Comisiones Obreras chiedono nuove «misure contundenti» mentre l’Alleanza contro la Povertà Energetica giudica «rachitiche» quelle appena adottate su luce e gas, non sufficienti ad «ammortizzare l’impatto sulle famiglie vulnerabili della crisi energetica che genera debito e fatture impossibili da pagare».
Come se non bastasse, l’Istituto Nazionale di Statistica di Madrid ha reso noto che l’inflazione è cresciuta - per il quindicesimo mese consecutivo - dal 7,6% di febbraio al 9,8 di marzo, segnando il record dal 1985.

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