INTERNAZIONALE

Mariupol «disperata». Msf: «Verso tragedia inimmaginabile»

La città portuale è l’obiettivo primario delle truppe di Mosca per garantire la continuità territoriale. Bombe anche a ovest
SIMONE PIERANNIucraina/Mariupol

Mentre gli analisti si interrogano circa la problematiche incontrate dalle truppe russe nell’invasione dell’Ucraina – giunta al sedicesimo giorno – chiedendosi anche se la decisione di Ue e Usa di finanziare l’acquisto delle armi a Kiev servirà effettivamente o meno a fermare l’esercito russo (tendenzialmente no, al massimo potrà rallentarlo), Mosca ha deciso di compiere azioni impreviste e di attacco in alcune zone dell’ovest del paese.
SECONDO IL COMANDO russo ieri si sarebbero svolte «operazioni» contro due aeroporti militari nelle città ucraine di Lutsk e Ivano-Frankivsk (nell’Ucraina occidentale). Circostanze confermate dalle autorità ucraine delle città. Attacchi anche a Dnipro (ci sarebbe un morto). Il bilancio provvisorio dei raid russi sull’aeroporto militare di Lutsk avvenuto ieri mattina è di due militari morti e sei feriti, secondo quanto riportato dall’amministrazione militare della regione e in precedenza dal sindaco della città.
Ma la principale operazione in atto sembra provare ad accorciare i tempi su Mariupol che appare sempre di più un obiettivo primario: è porto strategico, garantirebbe la continuità territoriale con la Russia e potrebbe diventare una base per rivolgersi a occidente per un attacco su Odessa, in modo da bloccare l’accesso al mare dell’Ucraina, (con conseguenze economiche non da poco per tutto il mondo), sostenendo le attività militari a Mykolaiv, dove i russi non sono riusciti a sfondare.
IL SINDACO DELLA CITTÀ, Vitaliy Kim, ha detto che i soldati ucraini hanno respinto le truppe russe a decine di chilometri dalla città. E nel frattempo si consuma l’agonia di Mariupol, dove le vittime, secondo le autorità ucraine, sarebbero almeno 1.600 in una città asserragliata e da giorni allo stremo, senza viveri, acqua e impossibilità a ricevere aiuti.
NEL POMERIGGIO DI IERI, per il ministro dell’interno ucraino la situazione era «critica» ma un allarme disperato è arrivato da Stephen Cornish, a capo delle operazioni dell’organizzazione di beneficenza medica in Ucraina di Medici senza frontiere. All’Afp ha spiegato che «Centinaia di migliaia di persone sono assediate a tutti gli effetti. Gli assedi sono una pratica medievale che è stata messa fuori legge per buone ragioni. I civili devono essere protetti, devono poter avere i loro bisogni primari, cibo, acqua, medicine e certamente tenuti fuori dal conflitto. Ci stiamo davvero dirigendo verso una tragedia inimmaginabile ma c’è ancora tempo per evitarla, e dobbiamo vederla evitata».
Ma situazioni simili si ritrovano anche in altre città ucraine: «La città di Ohtyrka è senza riscaldamento, distrutta, Fa freddo, di notte la temperatura scende a -15 gradi e in casa senza finestre e riscaldamento non ci si può stare. Ai civili non resta che spostarsi nelle case di altri centri abitati vicini, da soli passando per i boschi visto che la città è occupata. Ledebyn è occupata dai russi, che cacciano la gente in strada di notte e la costringe a rimanere vicino alle loro postazioni, ai loro mezzi militari per evitare che i nostri possano attaccarli. Danno fuoco alle case dei civili e li costringono a guardare».
È IL RIEPILOGO di Dmytro Zhyvytskyy, governatore dell’amministrazione della regione di Sumy, effettuato in collegamento con i canali tv ucraini. «I corridoi verdi ad oggi non sono stati confermati – continua – Nei giorni precedenti abbiamo fatto evacuare da Trostyanets, Krasnopillia, Sumy circa 60mila civili». Come se non bastasse, da Kiev ieri sono arrivati segnali circa un ingresso diretto in guerra da parte della Bielorussia: il Centro statale per le comunicazioni strategiche dell’Ucraina ha avvertito «di non poter escludere la possibilità che la Bielorussia possa unirsi all’invasione russa nelle prossime ore». Ad aumentare i sospetti due eventi: l’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader bielorusso Alexander Lukashenko a Mosca (con Putin intento a sostenere che dai negoziati si sarebbero aperti spiragli, poche ore dopo il fallimento totale dell’incontro in Turchia) e quella che Kiev ha definito una provocazione russa per trascinare nel conflitto l’alleato, ovvero un attacco contro un villaggio della Bielorussia meridionale. Il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov ha affermato che l’attacco è stato un tentativo di «costringere l’attuale leadership della Bielorussia a entrare in guerra contro l’Ucraina».
IN SERATA DALLA CASA BIANCA, dove Biden ha ribadito l’intenzione che Nato e Stati uniti rimangano fuori dal conflitto militare («che diventerebbe la terza guerra mondiale»), sono arrivate smentite, a seguito di quelle prodotte da Minsk. Secondo Washington «non ci sono indicazioni che lo hanno fatto o che lo faranno».
S. PIE.

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