INTERNAZIONALE

Il sostegno dell’ultradestra Usa all’«assedio» del Freedom Convoy

CONTINUA L’OCCUPAZIONE «NO VAX» DI OTTAWA
GIOVANNA BRANCACANADA/OTTAWA

"Tracimati" oltre Ottawa, «sotto assedio» con le parole del capo della polizia della città Peter Sloly da quasi due settimane, mentre lo scorso weekend è stato dichiarato lo stato d’emergenza in città, i camionisti canadesi del Freedom Convoy - nato per protestare contro l’obbligo vaccinale istituito il 15 gennaio dal governo canadese per i camionisti che attraversano il confine - si sono riversati da giorni anche su due dei principali valichi di frontiera fra Canada e Usa. La collocazione al confine, a ovest fra il Montana e Alberta e a Est sull’Ambassador Bridge che collega Detroit a Windsor in Ontario, con danni economici e umani su entrambi i lati, rappresenta plasticamente - insieme alle bandiere confederate che sventolano davanti al parlamento nella capitale canadese - l’incontro fra estrema destra canadese e quella statunitense che la sostiene e ne ha abbracciato la battaglia.
A dare il proprio endorsement alla crociata dei "no vax" canadesi è accorsa infatti tutta l’ultradestra statunitense: dal vertice, Donald Trump, ai suoi lacchè (Ted Cruz) e aspiranti sfidanti, come il governatore della Florida Ron DeSantis. Questi ultimi due sono fra coloro che hanno invocato conseguenze legali per la popolare piattaforma di fundraising GoFundMe quando venerdì scorso ha congelato gli oltre 8 milioni di dollari in donazioni ricevute dal movimento, impegnandosi a rimborsare chi aveva dato il suo contributo. Preceduti dal procuratore generale della West Virginia, che ha chiesto con un tweet ai cittadini che erano stati «vittimizzati» dalla piattaforma di farsi avanti, hanno poi raccolto l’invito di Trump a seguire il suo esempio. E così hanno imbastito indagini su GoFundMe - rea di aver disattivato il fundraiser dopo la denuncia di «interferenze straniere» da parte di ufficiali canadesi - i procuratori generali di Ohio, Florida, Louisiana, Texas. E al coro di proteste si è aggiunta anche la voce dell’uomo più ricco d’America, Elon Musk, mentre Trump ha diramato un comunicato in cui loda la «protesta pacifica» del Freedom Convoy - che a Ottawa sventola bandiere con la svastica al fianco di altre con la stella di David che vorrebbero istituire un parallelo fra no vax e perseguitati dal nazismo - e si scaglia contro le «brutali politiche» pandemiche del «fanatico estremista di sinistra Justin Trudeau».
INTANTO LE DONAZIONI non si sono interrotte: vengono ora raccolte dalla piattaforma di fondamentalisti cristiani GiveSendGo, che vanta un contributo ad altre cause nobili quali una raccolta fondi per le spese legali del poliziotto che ha ucciso George Floyd, Derek Chauvin, e per quelle di Kyle Rittenhouse. Oltre ad essere stata un punto di riferimento per i "patrioti" in cerca di sovvenzioni per il loro viaggio a Washington D.C. il 6 gennaio 2021. Essendo un luogo virtuale molto pio, consente a coloro che vorrebbero donare ma non ne hanno i mezzi di cliccare il tasto Pray Now, per informare il questuante che stanno pregando per la sua causa. Sulla sua homepage, le «campagne di tendenza» sono Adopt a Trucker (adotta un camionista), che ha raccolto oltre 600.000 dollari, Freedom Convoy 2022 (quasi 8 milioni), e una per sostenere l’ex avvocato di Trump - nel mirino della Commissione d’inchiesta sul 6 gennaio - John Eastman. In questo sottobosco convergono idealmente le avanguardie non istituzionali della destra Usa e di quella canadese, dai Proud Boys a QAnon - di cui è un membro uno degli organizzatori del Freedom Convoy, James Bauder. Fra i paladini della lotta anche Pat King, sostenitore della teoria che la finanza globale «sta cercando di spopolare la razza anglosassone», e che su Facebook incita i manifestanti di Ottawa a «concentrarsi sui politici, le loro case, i posti in cui si trovano».

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