COMMENTO

Monica Vitti, l’abbraccio della sua città

Ma 'do vai
CRISTINA PICCINOITALIA/ROMA

La Sala del Campidoglio si è riempita in fretta, mentre la fila fuori continuava a crescere sotto al cielo grigio di una giornata invernale senza freddo. Dentro ci sono i fiori, tantissime mimose gialle che esplodono allegre, il suo ritratto è posato con dolcezza sulla bara.
C'è anche la bandiera della Lazio, la sua squadra del cuore, e sullo sfondo lo schermo rimanda altre immagini di lei, del suo sorriso, lo sguardo scanzonato, l'intensità che dava ai personaggi, figure di donne che chi è lì conosce come se fossero amiche, persone care, qualcuno con cui si ha confidenza. Te la ricordi quando diceva … e via a citare le frasi dei film. Le sanno a mente, come se ci avessero parlato con Giuliana (Deserto rosso) o con Adelaide Ciafrocchi (Dramma della gelosia) la sera prima.
È questo sentimento di vicinanza, quasi di «familiarità» che si sentiva ieri tra chi è arrivato a salutare Monica Vitti un'ultima volta: le cittadine e i cittadini romani di tante generazioni che hanno voluto esserci sfidando pure - come dice una signora - lo sciopero degli autobus perché Monica era una di noi, Monica raccontava questa città, Monica ci ha insegnato tante cose, ci ha fatto ridere, è stata una compagna meravigliosa.
Teste bianche, cappelli, ragazze e ragazzi che si tengono per mano, amiche, solitari, coppie con i bimbi, qualcuno ha in mano un fiore, altri si abbandonano alla commozione che si affaccia negli occhi dietro alle mascherine. E poi i volti famosi dello spettacolo, le istituzioni, il sindaco Gualtieri, Zingaretti, il ministro Franceschini; su un lato invece si raccolgono il marito dell'attrice scomparsa, Roberto Russo, con le persone di famiglia.
Monica la chiamano tutti nelle frasi lasciate sul libro delle dediche tra cuoricini, una lacrima, calligrafie emozionate. Monica che se amo il cinema lo devo a te scrive una ragazza giovane un po' intimidita. Un'altra vuole dirle che il suo esempio le ha insegnato moltissimo; un uomo che con lei ci sono tutti i ricordi della sua adolescenza. Monica, che ti arrivava al cuore sussurra qualcuno. Una lascia una preghiera, un altro una rosa rossa tra i fiori che pian piano si accumulano sul pavimento. Monica che sembra nella sua presenza irrequieta e di comicità bella portarsi dietro la città oltre il tempo, che è icona mondiale e insieme vicina alle storie di ognuno. Vedere lì, quel mazzo di fiori ai piedi del feretro avvolto nella nostra copertina dedicata a lei, è per questo ancora più emozionante:«Ma 'ndo vai», lo ripetono in tanti, tante volte lì intorno, con amore.

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