CULTURA

Pensare in tempo di sventura

STEFANIA TARANTINOFRANCIA

«Pensare in tempo di sventura. Saggio sulla filosofia di Simone Weil» (Orthotes, pp. 165, euro 17), di Viola Carofalo, si interroga sugli effetti avversi dovuti alla rottura dell’equilibrio tra il corpo e lo spirito e sulla dimensione della crisi nel lavoro, nel pensiero, nel rapporto con il mondo, con la natura e con gli altri. Nell’illusione di un potere illimitato pensiamo che tutto sia concepito come a nostra misura e a nostra disposizione. Contro la degenerazione della società e dei rapporti umani è necessario attivare una forma di resistenza attiva che sappia spogliarsi della volontà di potenza. Si tratta di imparare, come suggerisce l’autrice attraverso Weil, a guardare ciò che è indisponibile alla presa umana, a ripensare l’esperienza del limite. Il lavoro, come atto dello spirito, è palestra di vita che ci fa scontrare con la verità della durezza della materia e la potenzialità dell’azione umana su di essa. L’accettazione della necessità comporta la rinuncia alla centralità umana. Ciò conduce a quella radicale trasformazione della realtà sociale, economica e politica così tanto auspicata da Weil e rilanciata da questo studio di Viola Carofalo. (Ste. Ta.)

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