VISIONI

Muhammad Ali, la sfida oscura contro l’America razzista

GRAPHIC NOVEL
ANDREA VOGLINOITALIA

Vola come una farfalla e punge come un’ape, il nuovo fumetto dedicato all’icona assoluta del pugilato dallo sceneggiatore Francesco «Baro» Barilli con Lele Corvi, vignettista ufficiale del manifesto dal settembre 2020. Fra le ultime uscite a fumetti del 2021, Muhammad Ali (Kleiner Flug, 128 pagine, € 18) racconta la storia del «Più Grande» con un approccio totalmente inedito rispetto a tutte le altre biografie ufficiali del campione. Più che ai trionfi sul quadrato, comunque efficacemente sintetizzati nel volume da Barilli e Corvi, in questo nuovo romanzo grafico l’attenzione va in gran parte agli incontri più significativi combattuti lontano dai riflettori, quelli con l’America razzista e imperialista tra Anni ’50 e ‘60.
UNA SFIDA impegnativa almeno quanto quella tra Ali e l’Uomo d’acciaio della DC Comics evocata nella prefazione, da cui scaturisce una narrazione che ha come ideali contendenti tutti i graphic novel realizzati fin qui sul figlio prediletto di Louisville, Kentucky. Quello con Superman, innanzitutto, e ancora la Bedé di Titeux e Ameziane, e poi Rumble In The Jungle di Morvan, e Becoming Alì di Patterson & Alexander… rispetto alla distinta concorrenza, lo sceneggiatore va giù tranchant: «Non mi è mai interessato sapere se l’argomento che scelgo per un progetto sia stato trattato da altri. L’unica cosa che m’interessa è il punto di vista che scelgo. In questo caso, non volevo realizzare l’ennesima storia di fatica e sudore, caduta e risalita, occhi neri e ferite sul ring…».
Sul risultato finale ha influito l’alchimia unica tra lo sceneggiatore noto per le sue innumerevoli incursioni nel «fumetto di realtà» a sfondo civile e un disegnatore dal tratto lieve e quasi infantile come Lele Corvi.
CHE RACCONTA così le origini della collaborazione: «Per una vicenda cittadina che mi aveva coinvolto, amplificata dai giornali locali, io e Francesco abbiamo scoperto di essere entrambi di Codogno. Conoscevamo i lavori reciproci, ma ignoravamo di essere concittadini. Forse la voglia di entrambi di provare nuove forme d’espressione ci ha coinvolto in questi due progetti. Per Francesco, credo, la voglia di continuare a raccontare la vita reale ma cambiando stile grafico, e per quanto riguarda me, disegnatore di vignette e strisce da oltre 25 anni, la volontà di approcciarmi a un racconto lungo. Il tutto senza snaturare il mio stile «ermetico», perché credo che illustrata «a pupazzetti», la realtà spesso possa risultare più leggera, ma senza rinunciare a enfatizzare i passaggi chiave con il contrasto tra la drammaticità di un momento e la leggerezza del tratto». Di qui la biografia grafica su John Belushi del 2019, vera e propria «prova generale» che oggi ha permesso a questa inedita coppia creativa di alzare l’asticella con queste 15 riprese cartacee.
CONTINUA Corvi: «Come avvenuto per la biografia a fumetti su Belushi, anche per Ali tutto è nato da alcune chiacchiere sui personaggi che per una pura questione anagrafica io e Francesco avevamo incrociato da curiosi nell’arco della nostra vita». Dall’anagrafe, anche la scelta di un racconto in rigorosa scala di grigio: «Quando penso ad Ali, i ricordi soprattutto televisivi sono tutti in bianco e nero… quindi credo che la scala di grigi aiuti ad entrare nell’atmosfera di quegli anni. In più, credo che i forti contrasti del bianco e nero descrivano bene le contraddizioni dell’uomo Ali: spavaldo nelle interviste ma riservato in quanto alla propria sfera personale, determinato sul ring ma pacifista nella vita, amante dei riflettori, ma anche gelosissimo dei brindisi tra pochi amici dopo ogni vittoria…».
Anche in questo caso gli scambi creativi tra sceneggiatore e disegnatore sono filati via senza troppi intoppi, se non quelli legati al confinamento causa pandemia. Spiega Barilli: «Volevo fortemente Lele proprio per il suo tratto vignettistico non «muscolare», in apparente antitesi con il tema. M’ispirava l’idea di raccontare un grande personaggio, che è stato «anche» (non «solo») un grande pugile. E volevo farlo con un tocco di leggerezza, con un approccio diverso da quelli soliti delle «storie dal ring». Continua Corvi: «Come nell’occasione precedente, Francesco mi ha passato la sceneggiatura lasciandomi grande libertà d’interpretazione grafica. Se nel libro su Belushi abbiamo dovuto rivedere quattro o cinque pagine, con Ali abbiamo limitato questi ripensamenti a qualche vignetta sparsa, il tutto per rendere più scorrevole la lettura. In ogni caso, tutto si è risolto in qualche telefonata o messaggio whatsapp. Le restrizioni sanitarie ci hanno impedito di trovarci più spesso personalmente a discutere del libro nato, come il precedente, quasi come rito scaramantico, davanti a un caffè al bar».
Il vero banco di prova, per il disegnatore, è ancora il confronto con un approccio narrativo ad ampio respiro, totalmente alieno rispetto alla «zona di comfort» della vignetta singola. «Il maggior vantaggio è che non si smette mai di imparare. Nel corso degli anni, il mio tratto e il mio modo di comunicare si sono evoluti attraverso il ricorso a strumenti diversi e progetti differenti: ho realizzato migliaia di vignette per l’editoria, per mostre e concorsi, e poi strisce, illustrazioni, racconti brevi… è una sorta d’irrequietezza che vivo da sempre e che mi spinge a raccontare ogni giornata attraverso i miei disegni. Il problema vero invece l’ho affrontato prima della realizzazione del libro, cercando di adattare il linguaggio della vignetta a un racconto… ma alla fine ho risolto tutto adattando il mio stile a ogni singola vignetta che compone il libro».
IL TUTTO, sotto l’attenta guida di un editore che, come precisa Barilli, «si è dimostrato molto rispettoso delle nostre scelte stilistiche, e allo stesso tempo attento e collaborativo: per rendersi conto di quanto fosse in sintonia con il progetto, basta un’occhiata all’impaginazione della cover», ricalcata su un classico «billboard» pugilistico e in perfetto equilibrio tra filologia e ironia sottile. Prossima fermata, altre storie firmate dal dinamico duo. Ma qui, conclude Barilli, vince la scaramanzia: «Stiamo già lavorando a un altro progetto, ma è top secret. Posso solo anticipare che, sempre per sorprendere e incuriosire chi legge, sarà imperniato su una pagina di storia drammatica e quasi dimenticata».

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