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Compromesso in Serie A, sugli spalti solo 5 mila tifosi

BANCO DI PROVA
NICOLA SELLITTI ITALIA

Tetto massimo da cinquemila spettatori per le partite previste nei prossimi due weekend di Serie A. Questa è la formula stabilita dall’Assemblea della Lega di Serie A, riunita d’urgenza ieri, per contribuire a evitare una furia di contagi dettati dal picco della variante Omicron. Una riduzione a tempo è la risposta della Lega di A e dei presidenti dei club della massima serie all’ipotesi di partite a porte chiuse avanzata dal premier Mario Draghi, durante una telefonata avvenuta due giorni fa con il presidente della federcalcio, Gabriele Gravina.
Un compromesso, una soluzione apparentemente ispirata al buon senso, dunque, per garantire una continuità al campionato. E per dimostrare che il calcio, come avvenuto in passato, sia avvertito come un corpo estraneo all’Italia che soffre per la pandemia. Soprattutto, la riduzione della capienza a cinquemila unità è un tentativo in extremis della Lega di rimediare agli errori compiuti nelle ultime settimane. Non solo la scelta di non posticipare le partite in presenza di certificati focolai, oppure l’astio mostrato verso le autorità sanitarie che sono intervenute in modo diseguale ma per evitare ulteriori cluster: il grave vulnus nel lavoro della Lega calcio è stato il ritardo nel cercare una sponda nel Governo per arrivare a soluzioni condivise. Un muro comunicativo e gestionale che ha portato il presidente del consiglio a intervenire, messo in allarme dagli ultimi turni di campionato, tra interventi a macchia di leopardo delle Asl, società che mandano in campo calciatori posti in quarantena obbligatoria, solo per citare alcuni elementi.
L’assenza di una strategia ma anche nella ricerca di una sponda con il Governo ha portato Mario Draghi a dettare l’agenda ai presidenti: dalla sospensione a tempo del campionato a qualche giornata a porte chiuse, queste le opzioni per il premier per una stretta sui contagi. Per ora, quindi, dalla Lega di A arriva la riduzione della capienza massima degli impianti a cinquemila unità (saranno chiusi i settori riservati agli ospiti), due turni di sacrifici che porteranno la Serie A a una sosta per gli impegni delle nazionali (si riprenderà il 6 febbraio). E se la Lega, anche per questioni di tempistica, ha salvato i big match Roma-Juventus e Inter-Lazio che si giocheranno oggi al 50% della capienza massima, restano però alcuni punti oscuri: nel comunicato della Lega si fa riferimento alla riduzione della capienza a cinquemila persone solo in campionato, invece resta il tetto del 50% per la finale di Supercoppa Italiana tra Inter e Juventus, in programma il 12 gennaio a Milano. E non ci sono indicazioni neppure per i turni di Coppa Italia previsti sino a fine gennaio. L’auspicio di prammatica della Lega di A è poi il ritorno allo stadio senza alcuna limitazione, ipotesi che appare al momento un’utopia, con Omicron che ancora deve conoscere in Italia i primi segnali della sua fase discendente.
Il tetto da cinquemila spettatori è lo stesso tipo di provvedimento attuato da qualche settimana in Francia, mentre in Spagna per ora il tetto agli spettatori resta al 75%. Solo la Premier League, nonostante l’elevato numero di contagiati anche nel calcio, accoglie i tifosi negli impianti senza alcuna riduzione, in Germania invece gli stadi restano chiusi alla tifoseria. Intanto la Lega di Serie A vince tre ricorsi contro le autorità sanitarie intervenute nei giorni scorsi in tre partite a rischio focolai. Il Tar di Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Campania hanno accolto le istanze di Torino, Udinese e Salernitana, bloccate dalle Asl che non solo avevano impedito lo svolgimento delle rispettive partite di campionato ma anche obbligato alla quarantena i calciatori negativi ma con contatto diretto con positivi, sia gli atleti negativi al tampone, con divieto assoluto di lasciare il domicilio per almeno cinque giorni.
Solo il Tar dell’Emilia ha respinto l’istanza presentata, per gli stessi motivi, dal Bologna, impossibilitato a sfidare l’Inter giovedì scorso. Con l’annullamento delle disposizioni delle Asl quindi i calciatori sani sono liberi. La decisione dei Tar competenti cambia la fisionomia della giornata di campionato che si tiene oggi: rinviata solo Cagliari-Bologna.

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