SOCIETA

BoJo riapre: niente tampone negativo per chi arriva in UK

Ma i contagi continuano ad aumentare: +40,1 per cento rispetto a una settimana fa
LEONARDO CLAUSIgb

Ieri la Gran Bretagna continuava nel suo picco di contagi, facendo registrare 194.747 nuovi casi (1.281.588 nell’ultima settimana, un aumento del 40.1% rispetto alla precedente) con 334 decessi. E mentre l’agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (UkHsa) annunciava l’eliminazione – dal prossimo undici gennaio e inizialmente circoscritta alla sola Inghilterra – dell’obbligatorietà di sottoporsi al tampone molecolare di conferma dopo essere risultati positivi, seppure senza sintomi, a un test antigenico, Boris Johnson rincarava la dose liberalizzando il flusso di arrivi e partenze internazionali dal Regno Unito: dall’alba di stamane chi arriverà in Inghilterra non dovrà più effettuare il tampone prima della partenza, né osservare la quarantena una volta a destinazione.
QUESTO DIMEZZARE i tamponi per i positivi non è il primo provvedimento del genere: una simile misura era stata presa la l’anno scorso da gennaio a marzo. Lo scopo è anche quello di gestire la riserva disponibile di molecolari e non, venuti a scarseggiare negli ultimi giorni per via dell’impennata di richieste seguita alla diffusione galoppante di Omicron, garantendo una precedenza per i positivi sintomatici (al momento i tre sintomi chiave in Gran Bretagna continuano a essere tosse, febbre alta e perdita dei sensi del gusto e dell’olfatto), e ai lavoratori dei settori chiave quali sanità e trasporti. Contrariamente al test veloce antigenico, il tampone molecolare permette di accertare di quale variante si sia infetti, come anche di individuare la positività prima dell’avvento dell’infezione e ad almeno una settimana dalla sua cessazione. La decisione del governo sull’eliminazione della trafila sanitaria per i viaggiatori va inoltre letta come empatico ascolto delle doglianze dell’industria del turismo, che da tempo preme perché venga rimossa qualunque restrizione alla libera circolazione.
IL TUTTO MIRA ad alleviare la penuria di tamponi sulla base di modelli statistici secondo cui l’attuale, elevata contagiosità di Omicron avrebbe aumentata l’attendibilità degli antigenici, laddove nel recente passato a una minore infettività delle precedenti varianti corrispondeva invece un elevato rischio di esiti inaccurati. La misura non riguarda poi i positivi che sviluppino sintomi, per i quali rimarrebbe l’obbligatorietà di un secondo tampone molecolare - i cui tempi di elaborazione sono più lunghi e complessi perché svolti ambulatorialmente - come della relativa quarantena. Ai positivi asintomatici resta l’obbligatorietà di notificare al sito della pubblica amministrazione nazionale la propria positività, in modo da risultare tracciabili e di osservare l’autoisolamento. Questo potrà cessare a una settimana dal tampone positivo ove due successivi antigenici a distanza di 24 ore diano esito negativo.
JOHNSON continua dunque a trattenere il fiato nel perdurante e «lassista» piano B, integrandolo con queste ultime misure annunciate ieri nella stessa aula dei Comuni disertata dal leader laburista Keir Starmer, risultato positivo a sua volta (e per la seconda volta in meno di un anno: sarà sostituito dalla vice/rivale Angela Rayner). Non ammorbidisce oltre lo status quo del suddetto piano – lavorare da casa ove possibile, mascherina nei luoghi e negli esercizi pubblici e l’uso di una sorta di passaporto per accedere a determinati eventi – ma ha ugualmente escluso un loro inasprimento che culminerebbe verosimilmente in un ennesimo lockdown. Dette regole resteranno vigenti per almeno altre tre settimane e saranno fatte oggetto di revisione il prossimo 26 gennaio.

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