EUROPA

È pronto il Piano di Londra per fermare i migranti

CARLO LANIA GB/FRANCIA

Uno scambio di migranti per sancire la pace tra Londra e Parigi, almeno per quanto riguarda gli attraversamenti nel Canale della Manica. E’ il piano al quale stanno lavorando i tecnici del ministro dell’Interno britannico Pritti Patel che in questo modo spera di superare la crisi che si è inasprita tra i due Paesi dopo il naufragio che alla fine di novembre ha provocato la morte di 27 migranti partiti da Calais e il conseguente scambio di accuse tra il presidente francese Macron e il premier britannico Johnson.
L’accordo prevede la disponibilità di Londra a prendere in considerazione le domande di asilo presentate in Francia da migranti che possano dimostrare di avere validi motivi per entrare nel Regno unito, in cambio della possibilità di rimandare in Francia quote di migranti già arrivati sulle coste britanniche. Inoltre è previsto un rafforzamento dei pattugliamenti delle coste da parte della polizia francese con il trasferimento dei migranti fermati in centri di accoglienza situati a centinaia di chilometri da Calais allo scopo di scoraggiare ulteriori tentativi di attraversamento della Manica. Se questi sono i punti dell’accordo, Londra sa bene che non potrà discuterli prima di aprile e solo dopo che si saranno svolte le elezioni presidenziali francesi. «A prescindere di chi sarà il nuovo presidente», sottolineano fonti del ministero dell’Interno, nella consapevolezza che fino ad allora per Macron sarà praticamente impossibile prendere decisioni su un tema spinoso come l’immigrazione.
Nel frattempo il governo inglese ha presentato in parlamento un progetto di legge sulla nazionalità e sui confini che cambierà n modo radicale il sistema di asilo. Crisi della Manica a parte, la presidenza di turno dell’Unione europea, cominciata il 1 gennaio, darà ala Francia e a Macron in particolare la possibilità di spingere per modificare il trattato di Schengen riuscendo così a limitare i cosiddetti movimenti secondari, gli spostamenti di quei migranti che abbandonano il paese di primo approdo per recarsi in Francia e Germania. Una riforma sulla quale Parigi avrebbe il consenso di altre capitali. da Berlino alla stessa Bruxelles, e che rappresenta anch’essa un modo per mettere un argine alle partenze da Calais.
c.l.

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