SOCIETA

La variante corre, stretta anche sugli spalti: capienza al 50 per cento

STADI DIMEZZATI
NICOLA SELLITTIITALIA

La capienza massima degli stadi al 50% manda in crisi i piani (e i conti) dei club di Serie A. La decisione ratificata dal consiglio dei ministri di rivedere la percentuale di tifosi negli impianti - in precedenza era fissata al 75% - per contenere l’esplosione dei contagi su cui incide la variante Omicron sta obbligando le società a sospendere la vendita di biglietti e abbonamenti alle gare di campionato e anche delle coppe europee. Juventus, Roma, Napoli sono state le prime, a seguire Lazio e Bologna e presto toccherà alle altre. Nel caso del Napoli è stata fermata anche la vendita congiunta, a prezzo contenuto, per i biglietti delle partite con Sampdoria e Fiorentina e anche quelli per la sfida con il Barcellona in Europa League, prevista a febbraio.
Il passo indietro sulla capienza negli stadi (limite fissato al 35% per le strutture al coperto) è sicuramente un colpo ai conti dei club di Serie A che sono perennemente in bolletta, ulteriormente impoveriti dalle restrizioni causate dalla pandemia. Anche se va tenuto in conto l’aiuto dal governo con la Legge di bilancio, con il rinvio del pagamento dei primi quattro mesi del nuovo anno di contributi previdenziali, assistenziali, dell’Iva e il versamento delle imposte. I presidenti delle società prima dell’arrivo di Omicron stavano forzando la mano per eliminare i limiti per l’accesso allo stadio della tifoseria. Il forcing estivo, complice il caso dei contagi e il buon esito della campagna vaccinale, aveva indotto il Governo a fissare il tetto al 75%. Ora c’è la retromarcia obbligata, “un compromesso con i club a cui stiamo chiedendo un ulteriore sforzo” ha detto ieri a Sky il sottosegretario del ministero della salute Andrea Costa, aggiungendo che ci sarà un contributo economico per le leghe minori dipendenti dagli incassi allo stadio e di non vedere all’orizzonte la chiusura totale degli impianti.
Di sicuro, è passato il messaggio che non saranno concesse deroghe allo sport. Il peso della variante Omicron è stato decisivo, dal 10 gennaio infatti per gli atleti di sport di squadra sarà necessario essere in possesso del Super Green Pass. Dunque, l’obbligo vaccinale, anche per la Serie A in cui la percentuale di vaccinati è stata alta per le prime due dosi, oltre il 90%, sui livelli della Bundesliga e assai meglio rispetto alla Premier League. Al momento però non ci sono dati sull’adesione delle società al booster e nelle ultime ore è cresciuto l’elenco di calciatori contagiati. Sei alla Salernitana, quattro allo Spezia, tre all’Empoli, un paio all’Atalanta, così al Genoa, poi casi alla Fiorentina, due al Napoli tra cui l’attaccante nigeriano (già positivo a gennaio 2021) Victor Osimhen, in Nigeria per la Coppa d’Africa. Ma il conto è solo parziale, l’aggiornamento dei positivi avviene minuto per minuto.
E se i mancati incassi allo stadio incideranno parecchio sui bilanci dei club - la Serie A ha perduto il 18% dei ricavi secondo Deloitte durante l’era a porte chiuse - va evidenziato che la stretta governativa è per ora più leggera rispetto ad altri paesi. Solo nella Liga spagnola, dove pure si contano decine di atleti contagiati, al momento è consentito l’accesso al 75% dei tifosi (era il 100% sino a qualche giorno fa), in Francia la capienza è fissata a massimo cinquemila persone, in Germania si gioca dal 28 dicembre a porte chiuse e così anche in Olanda e in Belgio. Solo in Premier League, dove si è pensato giorni fa a una sospensione temporanea, tra centinaia di contagiati tra calciatori e addetti ai lavori e decine di partite rinviate, non c’è un tetto alla capienza.

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