POLITICA

Un operaio è morto cadendo da un’impalcatura nel centro di Roma

NEGLI ULTIMI 50 GIORNI QUATTRO VITTIME NELL’EDILIZIA DELLA CAPITALE E PROVINCIA
MARIO PIERROITALIA/ROMA

Piero Perruzza, 52 anni , operaio che viveva a Scandriglia è morto sul colpo ieri alle 9.50 cadendo dal settimo piano di un ponteggio in costruzione nel cortile della Casa generalizia Figlie di Sant'Anna in via Merulana 177 a Roma.
Da una prima ricostruzione sembra che la caduta è avvenuta da 20 metri di altezza e il ponteggio non aveva protezione. Nel giorno in cui il calendario cattolico celebra i «Martiri Innocenti» è avvenuto l’ottavo incidente mortale nell’edilizia a Roma e provincia. Negli ultimi 50 giorni nella stessa zona sono morti quattro operai, tre per cadute dall’alto. Era dal 2009 che non si raggiungeva un numero cosi alto. Dall'inizio dell'anno nel Lazio ci sono stati 85 morti. A Roma sono stati 38. Secondo l’Inail tra gennaio e ottobre 2021 i morti sul lavoro in Italia sono stati 1.017.
In Via Merulana, dopo la tragedia, insieme ai vigili del fuoco, ai sanitari e alle forze dell’ordine sono arrivati anche l'assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro Claudia Pratelli e i rappresentanti di Uil, Cgil e Cisl. «I numeri degli incidenti sono vertiginosamente in aumento e questo è un dato che collegato alla ripresa del settore edilizio - ha detto Pratelli - Bisogna intraprendere azioni concrete e rapide per garantire che le ditte mettano in campo tutte le misure di sicurezza necessarie a tutela dei lavoratori. Alla famiglia dell'operaio coinvolto esprimo il mio più profondo cordoglio».
«Bisogna fare di più e presto per garantire il massimo della sicurezza nei luoghi di lavoro» ha scritto su twitter il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. L’assessore al lavoro della regione Lazio Claudio Di Bernardino ha chiesto di «dare immediata attuazione al vademecum sull’edilizia già definito. Uno strumento con indicazioni precise per imprese e lavoratori». «Contro questa strage non bastano le lacrime di coccodrillo - sostiene Giovanni Barbera (Rifondazione Comunista) - Bisogna escludere dagli appalti pubblici le imprese che si rendono responsabili delle violazioni e inasprire sanzioni e pene».
«Il dramma di questo settore è che non viene applicato, nel 99% dei casi, il contratto edile» sostiene Agostino Calcagno, segretario Feneal Uil Lazio. Si aumentano le ore di formazioni (da 16 a 32) ma raramente si fanno. Si assumono ispettori del lavoro - da tre anni gli ultimi tre governi, in attesa del quarto, parlano di circa 2 mila in più - ma sembrano non bastare. E, quando l’Inail organizza ispezioni a tappeto, il risultato è sempre lo stesso: la stragrande maggioranza delle imprese non è in regola, 9 su 10 da quanto è risultato dall’ultima indagine.
Alla questione drammatica sulla sicurezza e dei controlli occasionali si aggiunge quella della precarietà incrementata dal sistema dei subappalti. L’analisi è stata fatta dallo stesso ministro del lavoro Andrea Orlando alla Camera la settimana scorsa.
Gli interventi annunciati non sembrano essere in grado di spezzare questa concatenazione di cause.

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