ECONOMIA

Irpef, dopo lo sciopero il governo non cambia

LEGGE DI BILANCIO, PRESENTATO IL MAXIEMENDAMENTO
MARIO PIERROITALIA

Il governo ha presentato ieri al Senato il maxi-emendamento alla Legge di Bilancio frutto dell'intesa raggiunta nella maggioranza. Cambia l'Irpef, arriva fino a un miliardo per rateizzare le bollette in 10 mesi e viene rifinanziato il bonus tv e decoder. L'esecutivo presenterà anche una norma sulle delocalizzazioni. E ci sono 180 milioni di euro in più per la scuola e una norma sulla proroga dei contratti per il cosiddetto «organico Covid» contestata dai sindacati che il 10 dicembre scorso hanno organizzato uno sciopero generale.
SULL’IRPEF le aliquote passeranno da cinque a quattro e saranno al 23% per i redditi fino a 15 mila euro, al 25% per i redditi tra 15 mila e 28 mila euro, al 35% tra 28 mila e 50 mila euro e 43% oltre i 50 mila euro. Per quanto riguarda le detrazioni per reddito da lavoro dipendente è previsto che per i redditi fino a 15 mila euro l'importo della detrazione non sia inferiore a 690 euro o se a tempo determinato non inferiore a 1.380 euro. Slittano a marzo le addizionali regionali e comunali all'imposta sull'Irpef. Il governo interviene anche sull'Irap sulle persone fisiche, elemento contestato da Cgil e Uil durante lo sciopero generale di giovedì, riguarderà circa un milione di autonomi. Costerà un miliardo nel 2022 e 1,2 miliardi dal 2023.
IN VIA «ECCEZIONALE» tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2022 i lavoratori dipendenti con redditi bassi (fino a 2.692 euro lordi al mese) potranno beneficiare di uno sconto dei contributi previdenziali di 0,8 punti percentuali. Chi non riuscirà a pagare le bollette di luce e gas nei primi quattro mesi del 2022, potrà rateizzare gli importi per un periodo non superiore a 10 mesi, senza l'applicazione di interessi. Sono stati stanziati 1,8 miliardi di euro in più per contenere, nel primo trimestre 2022, gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico. Inoltre, sempre per il primo trimestre 2022,è prevista la riduzione delle aliquote relative agli oneri generali di sistema per il settore del gas fino a concorrenza dell'importo di 480 milioni.
SULLA SCUOLA la proroga degli incarichi temporanei del personale Ata della scuola legati all’emergenza Covid ha creato un’altra polemica. Sembra infatti che la proroga riguarderà soltanto una piccola parte del personale: 7.800 contratti su circa 22.000 totali. «Se anziché avere la buona notizia della proroga ci trovassimo di fronte al pasticcio di una proroga solo parziale, sarebbe l'ulteriore conferma che sulla scuola il governo Draghi ha sbagliato e che la sua gestione è in mano al Ministero del tesoro» ha detto Francesco Sinopoli all’AdnKronos. Per la Flc Cgil l’effetto dello sciopero del 10 dicembre si sente e ha costretto la maggioranza a stanziare comunque qualche risorsa in più. «Ma la mobilitazione non si ferma».
«IL MANCATO rinnovo della proroga sull’organico Covid significa che verranno licenziate 14mila persone. I 100 milioni destinati a questo personale andranno agli Uffici scolastici regionali che non potranno distribuirli a tutte le scuole. Con quale metodo si decideranno i contratti da prolungare? Sulla base dell'andamento dell'epidemia in atto o con quale criterio?» attacca il segretario della Uil scuola Pino Turi. In compenso il criterio della «dedizione» scelto inizialmente dal governo per distribuire un aumento aggiuntivo di 12 euro ai docenti a discrezione è stato eliminato. «Destinare 60 milioni al fondo per la valorizzazione significa che ai 12 euro per la dedizione si aggiungono 3,4 euro arrivando a 15,4 euro. Nel gioco delle poste finanziarie, 20 milioni vanno alle scuole paritarie. Un ulteriore cadeau». «È confermata la linea di questa manovra: disinvestire sulle persone. Ciò rende molto difficile sottoscrivere un contratto».
«SONO CIFRE a dir poco misere e non andranno nemmeno a tutti i lavoratori della scuola . Agli amministrativi dell’università andranno 150 euro mensili, 10 volte tanto- sostiene Marcello Pacifico (Anief) Ci aspettavamo ben altro. Per adeguare gli stipendi servono 3-4 miliardi». Che non ci sono.

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