VISIONI

«And just like that», sospese nel tempo tra realtà e fiction

SERIE TV
LUCREZIA ERCOLANIitalia

Dall’ultima stagione di Sex & The City, la celebre serie Hbo incentrata sulla vita di Carrie Bradshaw e delle sue tre amiche newyorchesi, sono passati diciassette anni. Si sentono tutti, e forse anche di più, nel nuovo show And Just like That, le cui prime due puntate sono visibili in Italia su Sky e Now. Il revival inizia immediatamente con un lutto, la perdita di Samantha Jones, figura fondamentale per il programma grazie al suo sfacciato umorismo - l’attrice Kim Cattrall è stata estromessa dopo un litigio con la produzione e l’interprete principale Sarah Jessica Parker, causato da una disparità salariale a suo avviso troppo ampia. Le amiche sono dunque rimaste in tre, e si confrontano con la nuova realtà di donne cinquantenni in un contesto sicuramente diverso rispetto a quello di fine anni ’90, momento storico in cui la «american way of life» dettava legge nel mondo culturale mainstream e i video musicali succinti di Britney Spears e Christina Aguilera influenzavano le nostrane veline. L’epoca in cui ci troviamo attualmente porta un segno diverso, quella sovraesposizione dei corpi è stata ulteriormente ridotta dalla pandemia con il relativo senso di chiusura e una città come New York ha perso centralità. Cosa farne allora di uno show provocatorio e sessualmente esplicito come Sex & The City? Il disegno sembra essere quello di traghettarci nel cambio di era ma le tre amiche «superstiti» non ne escono bene. Da figure attraenti, alla moda, talvolta spericolate e comunque sempre al passo con i tempi, le tre donne sembrano ora provare un profondo disagio nei confronti della contemporaneità, della tecnologia e dei nuovi temi imposti come «cardine» del programma - la fluidità di genere e il multiculturalismo. Un disagio che si presume sia condiviso dallo spettatore ma che ha l’effetto di far sembrare veramente «antiquate» le tre protagoniste, al di là di qualsivoglia età anagrafica.
UNA COSA PERÒ non è invecchiata, ed è la presa del programma sulla società statunitense. L’episodio che dalla fiction ha invaso la realtà (e viceversa) è stato la morte di Mr. Big (Chris Noth), il tanto sospirato marito di Carrie - si erano rincorsi per tutte le sei stagioni precedenti - il cui happy ending termina con la prima puntata. Big passa la serata pedalando su una cyclette Peloton - il marchio viene esplicitamente indicato in un dialogo - e durante l’attività fisica muore d’infarto. Quella che doveva essere una pubblicità si è rivelato un tremendo boomerang per l’azienda, che ha visto le sue azioni crollare in borsa. Colpita dalla facilità con cui l’accadimento fittizio ha influenzato l’andamento del mercato, la Peloton ha sentito l’urgenza di fare qualcosa, ed ecco lo spot riparatore: l’attore sembra flirtare con l’insegnate di fitness, chiedendole di fare un altro giro sulla vituperata cyclette. Una voce fuori campo afferma: «And Just Like That ha ricordato al mondo che il ciclismo regolare migliora il cuore, i polmoni e la circolazione, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari. He’s alive (è ancora vivo)». Gli anni ’90 forse non sono mai passati.

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