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Sul perché tutti i bambini sono un po’ monelli

I bambini ci parlano
GIUSEPPE CALICETIITALIA

Vi ho appena letto la leggenda che spiega perché tutti i bambini sono un po’ monelli. Provate a riassumerla un po’ con le vostre parole? E già che ci siamo mi spiegate anche cosa è una leggenda?
«La leggenda è una storia». «Perché gli uomini antichi non sapevano come facevano ad esserci alcune cose, per esempio il sole che si muoveva nel cielo, allora si inventando delle storie per spiegarlo: tipo che il sole scappava perché c’era la luna che voleva prenderlo». «Sono storie fantastiche per dare delle spiegazioni. Ma questa che hai letto tu è una storia che hai fatto tu, vero? Ci scommettevo! Perché io non ho mai sentito che c’era una leggenda così. Perché mia mamma mi ha regalato il libro di tutte le leggende e questa non c’era». «Sì, delle storie per spiegare delle cose inspiegabili, perché gli uomini del passato non erano come noi: erano più bassi e anche un po’ meno intelligenti. Però, per me, avevano più fantasia di noi. Altrimenti non inventavano sempre tante leggende così».
Vabbé, adesso però è arrivato il momento di raccontarmi la leggenda, non vi pare?
«La leggenda è che all’inizio nessun bambino e nessuna bambina era monello o monella. Erano tutti bravissimi. Solo che… «Solo che c’era qualcosa che non andava». «Sì, erano perfetti. Educati. Intelligenti. Gentili. Bravissimi». «Il problema non era dei bambini, ma dei loro genitori. Perché loro, se i loro figli erano così bravi, così perfetti, dopo cosa ci stavano lì a fare? A chi insegnavano le cose che avevano imparato? Ma soprattutto… ma soprattutto, chi sgridavano? Nessuno. Perché se i loro figli erano tutti perfetti non c’era da sgridarli. Nessuno». «E allora dopo si sgridavano tra loro. La mamma col papà. Per esempio. Che poi c’erano un sacco di divorzi, se bisticciavano troppo». «Sì, infatti. Un casino». «Anche a scuola erano perfetti e perciò i maestri e le maestre cosa facevano? Sapevano già tutto!» «E poi anche loro non potevano mai sgridare nessun alunno». «Sì, c’era questo problema. Perché poi c’erano dei bambini che quando erano piccoli erano stati sgridati tante volte dai loro genitori. E invece, adesso, adesso che invece di essere bambini finalmente erano diventati grandi e si erano sposati e avevano dei figli, magari un figlio che si chiama Nicolò, che scherzo era quello? Il papà e la mamma di Nicolò aspettavano da anni e anni di poter sgridare un po’ il loro figlio e lui non faceva nulla per essere sgridato. Ma ma, eh? Mai. Neppure una volta». «Sì, perché forse da grandi si volevano vendicare». «Stavano male. Non capivano. Come poteva essere perfetto? possibile che Niccolò non avesse un po’ di monellaggine? Eh, sì, un bel problema!
Allora cosa succede? Andate avanti con la leggenda. Spiegate come si è risolto il problema….
«Allora succede che Giannina Ferrari, una mamma che poi era anche una maestra elementare, un giorno partì dalla sua casa a Reggio Emilia e andò a piedi fin sul monte Cusna. Sulla punta». «Per incontrare il Dio dei bambini. Un Dio che aiuta i bambini. Un Dio inventato». «Sì, va da lui e poi gli dice tutti i problemi dei maestri e delle maestre, dei papà e delle mamme». «Il Dio dei bambini abitava in un castello fatto di nuvole e raggi di sole». «Questo è il pezzo della leggenda che mi piace di più». «E Giannina dice che il problema è proprio questo: che i bambini, i figli, gli alunni, sono diventati troppo perfetti. E i maestri e le maestre non sanno più cosa fare a scuola. E i papà e le mamme non sanno più con chi arrabbiarsi e si arrabbiano tra di loro. Giannina lo prega, sì, prega il Dio dei bambini di trovare una soluzione a questo grande problema…. Perché era diventato un problema grandissimo…. Perché se ha un problema un bambino il problema è ancora abbastanza piccolo, ma se lo hanno i grandi, sono più grandi». Io pensavo che il Dio dei bambini la mandasse via… Perché lei, poi, è una adulta, è una maestra e una mamma…. Non un bambino o una bambina…». «La fine è che il Dio dei bambini capisce che quelle che diceva Giannina erano parole sincere e allora la accontenta: fa in modo che in tutti i bambini e le bambine, quando nascono, ci sia un po’ di monellaggine… Così nessuno si lamenta e tutti vanno più d’accordo».

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