VISIONI

La favola dei Cubs, il football oltre lo steccato

STATI UNITI
NICOLA SELLITTIUSA/california

Prima derisi, ora imbattibili. Negli Stati uniti si celebra anche sul New York Times e sul Los Angeles Times la favola dei Cubs. Non dei Chicago Cubs di baseball, che pure cinque anni fa hanno battuto un record negativo, vincendo dopo 108 anni la Major League Baseball, piuttosto i Cubs della University School for Deaf di Riverside, in California. È la squadra di football di un istituto di non udenti che non perde una partita dal via del campionato. Sono undici successi in fila. I Cubs sono solo a due partite di distanza dal titolo regionale, che manca dalla vetrina dei trofei da 68 anni. Deve essersi pentito il coach di una squadra di volley maschile che dalle tribune si era messo a prendere in giro i Cubs. E così l’allenatore di una squadra di basket che spiegava ai suoi ragazzi quanto potesse essere umiliante perdere una partita con una squadra di sordi. Anche perché i Cubs lo scorso anno andavano male, pure sette sconfitte in fila. E nell’ultimo decennio non ci sono state stagioni con uno score positivo.
QUEI RAGAZZI della squadra di football invece ora sono l’orgoglio della comunità di Riverside, nel sud della California, che ha pagato oltre cinquemila vittime alla pandemia e che vede un’alta soglia di disoccupazione nello stato che vanta il sesto Pil a livello mondiale. È una storia che lascia il segno. Una di quelle storie che si ama leggere, lo sport che aiuta ad abbattere ogni tipo di steccato. Che aiuta non solo a combattere un deficit come la sordità, che addirittura diventa un’opportunità per emergere. Ragazzi che una volta erano bambini frustrati, isolati dalla mancanza di udito che nello sport è tutto o quasi, è il richiamo del coach, il fischio dell’arbitro, l’applauso dalla tribuna dei tifosi di casa. E resi più forti dalle difficoltà, quasi imbattibili. Il coach dei Cubs che non solo vincono ma stracciano gli avversari si chiama Keith Adams. È non udente, come i suoi due figli. «Sapevo che eravamo forti - ha detto il coach al New York Times - ma neanche nei miei sogni avrei pensato di dominare ogni partita, ora quei ragazzi credono in se stessi". I Cubs hanno generato un interesse collettivo, per le partite sul campetto si genera il ritrovo di ex studenti. Si è formata una specie di confraternita. Che attende quel titolo regionale.

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