INTERNAZIONALE

Sul centenario della Partition esplode il caso

IRLANDA
ENRICO TERRINONIirlanda nord

A metà settembre, mentre il presidente irlandese Michael D. Higgins era a Roma per incontrare Mattarella, si è dato in Irlanda un caso diplomatico senza precedenti e destinato a lasciare strascichi. Nei giorni in cui Higgins si faceva fotografare sulla tomba di Gramsci al cimitero acattolico della Piramide, è infatti fuoriuscita la notizia del suo rifiuto di partecipare a un evento organizzato dalle Chiese Protestanti e da quella Cattolica in Irlanda del Nord - da tenersi nella cattedrale di Armagh il 21 ottobre - per ricordare il centenario dalla Partition, ovvero della divisione in due dell’isola avvenuta nel 1921.
ALL’EVENTO ERA STATA INVITATA la Regina d’Inghilterra, che ha subito accettato, mentre Higgins, con assoluta ragionevolezza, ha detto di non essere disponibile. Ha definito l’evento «politicizzato» e ha lamentato di esser stato invitato non in qualità di «Presidente d’Irlanda», come prevede la Costituzione, ma erroneamente - e forse tendenziosamente - come «Presidente della Repubblica d’Irlanda».
La sua decisione, difesa in maniera orgogliosa anche da Sinn Féin, sul momento non è stata messa in discussione dagli altri partiti, in virtù dell’indipendenza dall’agone politico della carica istituzionale di Higgins. Solo gli unionisti hanno parlato di sgarbo senza precedenti e di ennesimo ostacolo alla normale conduzione dei rapporti Nord-Sud. Stando invece ai sondaggi, la popolazione irlandese si è schierata in larga maggioranza con il suo presidente, riconoscendo l’inappropriatezza di un invito a celebrare la divisione della propria isola in due, una ferita nella storia d’Irlanda.
Ora, quasi un mese dopo quella scelta coraggiosa, si consuma un’altra profonda lacerazione. Dopo tentennamenti vari, il governo irlandese ha infatti deciso di partecipare e di farlo con due pezzi da novanta: il ministro degli Esteri Simon Coveney, espressione del Fine Gael, e il capogruppo in parlamento del Fianna Fáil, Jack Chambers. Entrambi i partiti appartengono allo schieramento di centrodestra.
UN CHIARO AFFRONTO al presidente da un governo che in precedenza avev espresso «pieno consenso e comprensione» per la sua scelta. Secondo la leader di Sinn Féin, Mary Lou McDonald, «nessun membro del governo irlandese dovrebbe prender parte alla commemorazione della Partition, una catastrofe per l’Irlanda. Scegliere di partecipare è sbagliato. Molto sbagliato». Qualche crepa si è aperta anche all’interno del Fianna Fáil, partito che si è sempre definito, a torto o a ragione, repubblicano.

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