ECONOMIA

Meno di 167 permessi al giorno. Regolarizzazione ancora al palo

LAVORO, MONITORAGGIO DELLA CAMPAGNA «ERO STRANIERO»
CARLO LANIAITALIA

Meno di 167 al giorno. E non in una città o in una Regione, ma in tutta Italia. Sono i permessi di soggiorno rilasciati dal ministero dell’Interno a fronte delle 230 mila domande di regolarizzazione presentate da lavoratori stranieri senza documenti. A distanza di più di un anno dall’avvio della procedura, a maggio del 2020, i permessi rilasciati sono in tutto circa 60 mila, pari ad appena il 26% del totale. Una lentezza burocratica che anziché aiutare l’emersione dal lavoro nero, obiettivo dell’iniziativa almeno nelle intenzioni del governo Conte 2, condanna i cittadini stranieri ad essere ancora invisibili. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente perché le 800 figure interinali assunte per velocizzare l’esame delle richieste, ed entrate in funzione solo a maggio scorso, rischiano a breve di non esserci più per la scadenza del contratto. Insomma, un vero fallimento.
I dati sono il risultato del monitoraggio che la campagna «Ero straniero» compie periodicamente sulla base dei dati forniti dallo stesso ministero dell’Interno. «Nonostante si registri un miglioramento rispetto ai mesi precedenti, il ritardo con cui sta procedendo l’esame delle domande rimane pesante», denunciano le associazioni che danno vita alla campagna che ricordano come a febbraio di quest’ano, a sei mesi dalla chiusura delle finestra per l’emersione, solo il 5% delle domande era giunto nella fase finale della procedura. «Sei mesi dopo, ai primi di agosto - prosegue il report di «Ero straniero» - la situazione in molti territori è ancora molto grave, soprattutto nelle grandi città: a Milano delle 26 mila pratiche ricevute sono stati rilasciati solo 2.000 permessi di soggiorno. A Roma su 16 mila domande, sono 60 i permessi rilasciati. A Torino su circa 5 mila domande, rilasciati 760 titoli di soggiorno. A Caserta, territorio storicamente interessato dai fenomeni di lavoro nero e caporalato, 285 permessi rilasciati su 3.700 domande».
Una delle tante conseguenze di questa lentezza è l’estrema difficoltà con cui i lavoratori hanno accesso all’assistenza medica, nonostante la pandemia. «In moltissimi caso - spiegano infatti le associazioni - lavoratori e lavoratrici in emersione hanno avuto problemi a iscriversi al servizio sanitario nazionale, nonostante la legge lo preveda, e di conseguenza è stato difficile se non in alcuni casi impossibile, per loro, rientrare nella campagna vaccinale anti Covid». c. l.

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