SOCIETA

Non ci sono più le nuvole di una volta

CLIMATOLOGIA
DANIELA PASSERIsvizzera/ginevra

Con il clima sono cambiate anche le nubi, ed è un vero rompicapo per i climatologi capirne le dinamiche e gli effetti su un pianeta che si è riscaldato. Nell’ultima decade la comprensione delle loro evoluzioni nel cielo è decisamente progredita grazie a nuovi approcci nelle analisi, a simulazioni in alta definizione e a modelli più raffinati per i progressi nella capacità di calcolo, anche se rimangono alcune incertezze sul loro comportamento, visto che cirri, cumuli e nembi possono cambiare in molti modi diversi e su scale ancora troppo piccole per essere efficacemente rappresentate dai modelli stessi.
Tuttavia, gli scienziati dell’Ipcc sono abbastanza concordi nell’affermare che i cambiamenti osservati nelle nuvole andranno a intensificare il global warming nel futuro, mentre fino ad ora hanno protetto il pianeta dall’effetto serra, disperdendo mediamente nello spazio più energia di quanta ne potessero trattenere. In particolare, le nuvole più basse tendono a riflettere l’energia termica del sole, quindi fanno da ombrello, mentre gli strati nuvolosi più alti fanno il contrario, cioè tendono a intrappolare sulla terra questa energia, ma in quantità minore. I cambiamenti indotti dal riscaldamento del pianeta hanno capovolto questa dinamica e il rischio che le anche nuvole amplifichino il riscaldamento del clima, invece di compensarlo, è reale.
Nel capitolo numero 7 di The Physical Science Basis, si spiega perché le nuvole non sono più quelle di una volta. L’aumento della temperatura dell’atmosfera ne ha alterato alcune caratteristiche (altitudine, quantità e composizione). Anche la concentrazione di aerosol atmosferico (l’insieme di particelle solide e liquide presenti nell’atmosfera, di origine naturale e antropogenica), più elevata rispetto all’era pre-industriale, ha provocato cambiamenti rilevanti nella loro composizione: da una parte le goccioline di cui sono fatte le nuvole sono diventate più numerose e più piccole, in grado di riflettere maggiori quantità di energia solare, con un effetto di raffreddamento per il pianeta. Inoltre, le goccioline più piccole tenderebbero a ritardare le piogge, quindi a far durare le nuvole più a lungo, anche se su questo elemento non esiste consenso tra gli scienziati. Malgrado tutto questo, però, l’effetto di raffreddamento delle nuvole è destinato a diminuire in futuro, per varie ragioni: intanto perché i progressi nelle politiche contro l’inquinamento atmosferico ridurranno la quantità di aerosol presente nell’aria. Inoltre, si prevede che, con l’ulteriore aumento delle temperature, le nuvole basse sugli oceani subtropicali diminuiranno, riflettendo meno energia e che la quota delle nuvole più alte tenderà a salire, aumentando di conseguenza la capacità di intrappolare calore.
D.Pas.

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