COMMENTO

La difesa non è sempre legittima

Voghera
PATRIZIO GONNELLA*ITALIA/VOGHERA

Rispetto ai fatti di Voghera, non intendo contravvenire alla norma di buon senso che invita tutti i protagonisti del dibattito pubblico a non commentare i fatti di cronaca nera nell’immediatezza dell’accaduto. Norma che risponde a una triplice esigenza: assicurare serenità agli investigatori nella ricostruzione degli eventi senza condizionarli con tesi pregiudiziali o comunque senza tirarli per la giacca; garantire pieno rispetto alle vittime e ai loro parenti evitando ogni insopportabile strumentalizzazione del loro dolore.
Inoltre: tutelare i diritti delle persone sospettate o indagate nel nome della presunzione di non colpevolezza.
In apertura mi permetto dunque di notare come, purtroppo, ancora una volta personalità con incarichi politici si sono profuse in commenti che presuppongono delle verità.
La verità processuale si conquista lentamente, con fatica, con il rispetto delle garanzie degli imputati, affidandosi a un complesso apparato probatorio. Ogni difesa d’ufficio è inappropriata e irriguardosa della norma predetta, così come lo sarebbe stata una tesi colpevolista indimostrata.
Se questa è la premessa, cambio piano e mi permetto di fare qualche osservazione a margine del fatto di cronaca.
In primo luogo meglio sarebbe stato se mai avessimo modificato, assecondando pulsioni populistiche, le norme penali sulla legittima difesa.
nnnIl refrain che la difesa è sempre legittima non tiene conto del principio, costituzionalmente avallato, secondo cui mai può valere quale causa di giustificazione per proteggere un bene di rilievo inferiore. Per chiarirci non si può mai privare una persona della vita per evitare la sottrazione di un bene di proprietà. Non c’è formulazione legislativa che possa mai legittimare la negazione del principio di proporzionalità, che a sua volta è strettamente connesso con quello di legalità penale in senso stretto.
L’enfasi intorno alla legittima difesa ha prodotto quale risultato la rincorsa di commercianti e altri privati cittadini a dotarsi di armi. Come l’esempio degli Stati Uniti ci insegna, meno armi ci sono in giro, meno omicidi e meno morti ci saranno. Buon sarebbe se dalle istituzioni pubbliche arrivasse un messaggio di serenità.

Non deve esserci spazio nelle nostre città e nella nostra democrazia per la vendetta privata. Ogni pistola in meno nel mercato è un tassello per la sicurezza pubblica.
Infine, la sicurezza. Essa non deve essere terreno di interesse per Comuni e Regioni. Da Rudolph Giuliani in giù, giunte di destra - come quella di Voghera - e giunte democratiche hanno previsto assessorati per la sicurezza. Meglio sarebbe tornare indietro agli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, quando le amministrazioni locali avevano assessorati alla sicurezza sociale.
nnnLe polizie locali devono tornare a essere garanti della mobilità. I sindaci devono fare solo i sindaci, senza ambire a trasformarsi in poliziotti. La sicurezza si garantisce dando lavoro, reddito, protezione alle categorie più vulnerabili, servizi di prima necessità. Trasformando le città in luoghi belli e intensamente vissuti. La sicurezza è cosa seria. Non va lasciata nelle mani di manipolatori del consenso.
* presidente di Antigone

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