EUROPA

Aumento contagiin Spagnae Portogallo

COVID
MARCO SANTOPADREspagna/portogallo

Giorni fa l'Oms lanciava l'allarme su una nuova ondata in Europa. Dati alla mano, la Spagna e il Portogallo sono i paesi messi peggio, avendo superato i 150 casi ogni 100.000 abitanti. A fronte dell'aumento dei contagi e anche dei ricoveri soprattutto nelle località più turistiche, con un indice Rt a 1,16, Lisbona ha deciso di reintrodurre il coprifuoco dalle 23 alle 5 in 45 città, comprese la capitale e Porto.
Pure in Spagna i numeri sono rapidamente aumentati, a causa della maggiore aggressività della variante Delta ma anche dell'impennata della mobilità interna e internazionale e della moltiplicazione delle occasioni di socialità. Il paese è alle prese col maxi focolaio originatosi a Maiorca: con 2000 positivi, 5000 giovani in quarantena, 14 ricoverati e un 18enne in terapia intensiva, si tratta del cluster più consistente registrato nel Regno da inizio pandemia. Le tradizionali gite di fine anno scolastico organizzate alle Baleari hanno causato una rapida diffusione del virus in tutto il paese; sotto accusa la popolare pratica giovanile del botellòn, feste e concerti senza distanziamento, gli assembramenti notturni senza mascherine nelle stanze d'hotel.
Non preoccupano più di tanto le condizioni degli studenti contagiati, per lo più asintomatici o con sintomi lievi, ma la possibilità che il virus si trasmetta a familiari e conoscenti adulti o anziani, magari non ancora vaccinati o in attesa della seconda dose, causando un aumento dei ricoveri e delle vittime quando la stagione estiva non è ancora neanche entrata nel vivo. Gite di fine corso a parte, l'incidenza del virus tra i giovani aumenta velocemente ovunque e la curva dei nuovi contagiati torna a toccare i livelli di febbraio: 12.345 giovedì e 12.563 venerdì.
La fascia d'età tra i 20 e i 29 anni è quella di gran lunga più colpita, con una media spagnola di 450 nuovi casi ogni 100.000 negli ultimi 15 giorni, che superano i 1000 in Cantabria e Catalogna. I morti giovedì sono stati solo 8, e il tasso di occupazione dei reparti Covid e nelle Unità di Terapia Intensiva continua a scendere. Merito della vaccinazione che per ora oppone una barriera efficace almeno all'interno delle classi d'età medio-alte. Per evitare sorprese, le Comunità Autonome – tranne la solita Madrid, che continua a tenere nei frigoriferi ben 800.000 dosi – accelerano il ritmo e ieri hanno stabilito il record da inizio campagna, con 765.000 iniezioni. Finora il 39% della popolazione ha ricevuto un'immunità potenzialmente totale e il 55% almeno la prima dose, e da oggi sarà il turno anche dei 30enni.
L'obiettivo del 70%, però, non è dietro l'angolo e qualche Comunità inizia a reintrodurre alcune delle restrizioni prematuramente eliminate in ossequio agli interessi delle lobby del turismo e della ristorazione e della voglia di svago della popolazione. L'assessorato alla sanità della Cantabria, a fronte di un'impennata dei focolai sviluppatisi in pub, discoteche e locali notturni, ha deciso di ordinarne la chiusura a partire dalla mezzanotte.

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