VISIONI

Sustaining Assembly, l’internazionale ambientalista dal basso

Una mostra indaga la sostenibilità tra ecologia, politicae lotta per la decolonizzazione dei corpi e della conoscenza
LORENZA PIGNATTIitalia/torino

È un’esplorazione tra pratiche artistiche/attiviste che indagano la relazione tra sostenibilità, ecologia politica e lotta per la decolonizzazione dei corpi e della conoscenza, la mostra Sustaining Assembly. Pratiche Artistiche per una Transizione Ecologica dal Basso. Curata da Piero Gilardi e Marco Scotini al Pav (Parco Arte Vivente) di Torino, la mostra è ideata come una sorta di «Internazionale Ambientalista», che raccoglie progetti realizzati da artisti e collettivi in diversi contesti geografici.
IL DOCUMENTARIO Crossing Voices, di Raphaël Grisey e Bouba Touré racconta l’esperienza di una cooperativa agricola fondata in Mali nel 1977 da Touré e altri attivisti incontratesi all’Associazione Culturale dei Lavoratori Africani a Parigi. Frammenti e testimonianze di vita dello stesso Touré, emigrato a Parigi giovanissimo, che dagli anni ’70 documenta la vita e le lotte dei movimenti dei lavoratori irregolari in Francia. Maria Thereza Alves, con l’installazione video To See the Forest Standing ha raccolto le testimonianze di 34 agenti agro-forestali brasiliani, attivi nel preservare le aree coltivabili delle loro terre pesantemente disboscate e distrutte dai coloni. Gli agenti forestali sono parte dell’Amaaiac, associazione nata per formare Agenti Agroforestali Indigeni, non sono riconosciuti dal governo brasiliano e non ricevono alcun reddito per il loro lavoro, anche se sono in prima linea per preservare la cultura dei nativi e l’ecosistema brasiliano.
IN SPAGNA Fernando Garcia-Dory, con il progetto collettivo Inland - Campo Adentro: arts, agricultures and countryside, dal 2005 indaga il rapporto tra contesti urbani e agresti, con l’obiettivo di introdurre pratiche artistiche nelle aree rurali, e viceversa, portare nei musei opere riguardanti la bioagricoltura e la sostenibilità ambientale. Tra le azioni di Inland ricordiamo il recupero di zone abbandonate, la pubblicazione di libri, la produzione di mostre, spettacoli e prodotti alimentari come il formaggio.
Il documentario People of Flour, Salt and Water, girato dal collettivo di San Pietroburgo Chto Delat, invitati alla Free Home University Collective di Lecce, racconta i problemi di immaginifici personaggi composti di pasta di pane, impegnati a salvare sè stessi e il pianeta.
LA FREE HOME University, ideata da Alessandra Pomarico, è un esperimento pedagogico e artistico che vuole creare una comunità autonoma di individui, dove attivisti, studenti, immigrati, contadini e poeti lottano contro il danno ecologico e lo spopolamento, attraverso le armi della conoscenza e della convivenza.
The Mermaids, o Aiden in Wonderland, è il film surreale dei Karrabing Film Collective, che narra come in un futuro non lontano solo gli indigeni saranno più in grado di sopravvivere in una terra e in un mare avvelenati dal capitalismo e da politiche estrattiviste. Composto da una trentina di registi e artisti i Karrabing Film Collective usano pratiche estetiche per indagare istanze ecologiche e salvaguardare i diritti dei nativi australiani. I loro pluripremiati film e le loro installazioni sono stati presentati in biennali, festival cinematografici e mostre in tutto il mondo.
ALTRETTANTO puntuali nel mettere in dubbio la prospettiva antropocentrica ed esplorare scenari di eguaglianza e scambio tra contesto umano e vegetale, sono le opere degli altri artisti in mostra, Michele Guido, Mao Chenyu, Zheng Bo e dell’australiana Yasmin Smith, che ha realizzato un’installazione con le piante della Terra dei Fuochi. Sustaining Assembly. Pratiche Artistiche per una Transizione Ecologica dal Basso è visitabile fino al 24 ottobre 2021, all’interno degli spazi espositivi del PAV. Nel parco sono presenti diverse installazioni ambientali, tra cui Jardin Mandala, progettato dal paesaggista Gilles Clément nel 2010, e Pav_Herbarium di Andrea Caretto / Raffaella Spagna, ideato per conservare le specie botaniche che crescono nel parco e da loro raccolte sin dall’apertura del museo e, da allora sempre monitorate e curate.

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