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Abbiamo piantato un mandorlo

I bambini ci parlano
GIUSEPPE CALICETIITALIA

Per la festa della natura e degli alberi abbiamo piantato questo piccolo albero nel nostro cortile. Ci siamo seduti accanto a lui sull’erba e, qualche giorno fa, abbiamo parlato all’albero. Mi dite cosa vi ricordate? Quali frasi gli avete detto? Quali frasi avete scritto sul quaderno?
«I ringraziamenti. Io ho detto grazie albero perché lui è gentile». «Tutti gli alberi sono gentili. Non hanno gli occhi: per questo sono gentili». «Non hanno gli occhi però vedono le farfalle, le api, i bambini della scuola che giocano sul prato». «Grazie albero perché ci dai i fiori e i frutti e l’ossigeno per respirare meglio». «Io ho scritto: Tu stai in silenzio ma dici grazie. Tu stai fermo ma ti muovi. Tu giochi con il vento ma non bisticci mai». Io ho scritto: Con i tuoi rami abbracci il cielo». «Poi il benvenuto. Gli abbiamo dato il benvenuto. Benvenuto nel guardino della nostra scuola, Albero.Passeremo tanto tempo insieme». L’albero è fatto di legno e di foglie». «Tu Albero ci fai pensare al mare ma anche alla montagna». «Io ho scritto delle domande: Ti vuoi giocare a nascondino? Quando potremo nasconderci dietro il tuo tronco? Quando ci farai mangiare le tue mandorle?». «Io avevo scritto: Noi ti vogliamo bene.Noi saremo amici per sempre». «Io ho scritto… Ho scritto: Tu sei bellissimo, Albero. Il tuo tronco è del colore dei biscotti».
Ah, i paragoni!
«Le tue radici sono piedi nascosti sotto terra». «E le foglie? Le tue foglie sono occhi verdi che ci guardano». «I rami sono braccia lunghissime». «Da ogni tuo ramo nascono altri piccoli rami come piccole dita». «Se ti guardiamo ci sentiamo felici». «Il suo nome è Mandorlo. Tu di notte sogni di volare come gli uccelli che si posano sui tuoi rami?» «Anche io ho fatto le domande: Tu vuoi conoscere il nome di tutti i bambini della nostra scuola?» «Tu sei ancora piccolo, Albero, ma sei il nostro albero preferito. Perché? Perché prima non c’eri e adesso ci sei». «Io ho scritto che è piccolo. Tu sei ancora piccolo, è vero, Albero, ma sei già più alto di noi». «Io ho fatto le domande: Come fai ad essere così alto? Crescerai ancora? Sì, tu crescerai».
A cosa assomiglia? Vi ricordate altri paragoni?
«Per me a un lecca lecca gigante». «Per me a una mano grande che apre le dita». «L’albero assomiglia già a un albero anche se è un albero piccolo. Perché sopra ha i rami, a metà ha il tronco e sotto terra ci sono le radici». «A me sembra che stanno già crescendoci delle mandorle, sui rami. Però forse sono troppo piccole. L’albero è troppo piccolo. Non si possono magiare». «Per me questo mandorlo è molto meraviglioso». «Noi però dobbiamo innaffiarlo. Perché se piove, lui beve la pioggia. ma se non piove, noi dobbiamo innaffiarlo con l’annaffiatoio o lui muore di sete». «Poi noi abbiamo studiato che per vivere lui ha bisogno di luce, acqua e anche le api per i fiori che poi fanno le mandorle, i frutti». «Per me è l’albero miglior della scuola»
Chi mi racconta come è stata l’inaugurazione?
«E’ venuto anche il sindaco. C’era nelle sedie per quelli che sono venuti. Poi quelli di Quinta hanno spiegato tutta la giornata della natura e dopo noi abbiamo letto le quattro poesie che avevamo scritto sul mandorlo». «Per me le abbiamo lette bene. Ci hanno fatto anche gli applausi». «Poi la maestra aveva plastificato tutto il foglio con le poesie e ci ha fatto un buco, nel foglio, è dopo…. E dopo abbiamo preso un nastro, lo avviamo messo dentro al buco e dopo abbiamo attaccato il foglio plastificato con le poesie al tronco del mandorlo con il nastro». «Dopo con le poesie abbiamo fatto anche un cartellone. Un cartellone grande, gradissimo. Con i rami e i frutti e tutta la testa fatta di mandala colorato e il tronco sempre marrone». «Per la mostra. Perché poi abbiamo fatto la mostra della scuola all’aperto con le altre classi e i genitori, una classe di genitori alla volta, poteva entrare nel cortile e vedere la mostra di tutti i cartelloni di tutte le classi». «Noi abbiamo fatto anche l’altro cartellone con le api perché quest’anno abbiamo studiato anche le api».

 

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