CULTURA

«Il paesaggio del futuro» tema del festival di Castelnuovo

FOTOGRAFIA
ARIANNA DI GENOVAITALIA/Castelnuovo

Lo sguardo che si allarga e con lo sguardo anche il respiro, tanto da raggiungere il cielo, come quell’Uomo che voleva raggiungere la luna di Mario Dondero. È così che la nona edizione di Castelnuovo Fotografia (il Festival internazionale di fotografia e arte contemporanea si terrà dal 2 al 10 ottobre nella Rocca Colonna e nel borgo medievale, con ingresso gratuito) punta al Paesaggio del futuro, tema di quest’anno, coniugando - attraverso un lavoro certosino di tessitura e una fitta di trama di mostre, workshop, talk, eventi editoriali, letture di portfolio - un’idea di mondi possibili con quell’immaginazione vivida che condusse Giordano Bruno sul rogo perché desideroso di infinito e non di regole a guardia del pensiero.
PER LA SUA PRESENTAZIONE, il festival - vincitore del bando «Strategia Fotografia 2020» promosso dal Mic e sostenuto dal comune di Castelnuovo - ha scelto l’Orto botanico di Roma come cornice, in omaggio ai giardini della regina Cristina di Svezia, figura esemplare della cultura europea, che nei suoi viaggi in Italia era solita fermarsi alla stazione di posta di Castelnuovo, ultima verso Roma sulla consolare Flaminia.
LA RASSEGNA, realizzata dall’associazione Dieciquindici con la direzione artistica di Elisabetta Portoghese, Michela Becchis e Manuela De Leonardis, ha un propiziatorio (soprattutto dopo la pandemia) vissuto di relazioni reciproche, di improvvise aperture e contaminazioni, con al centro vere isole di contenuti come quel Cdpzine, concorso dedicato ai giovani fotografi che sperimentano nuovi linguaggi con fanzine e autoproduzioni - vincitori Blue, Umane tracce e Io non sono il fotografo. O anche Fotobookshop, spazio collettivo sulla raffinata editoria di settore con le sue novità.
FRA GLI OSPITI, ci sarà Joan Fontcuberta che incontrerà il pubblico, la palestinese Larissa Sansour con la fantapolitica di After, lo sloveno Matjaz Krivic con il reportage Lithium road (un’indagine che va dalle miniere in Bolivia alle fabbriche di batterie in Cina), i paesaggi ibridi della coreana Sinae Yoo con Guilt Trip, Bianca Salvo e il suo Universe Makers, lo Yemen Unveiled di Matteo Bastianelli, il ciclo di opere emerse da un archivio digitale di immagini di Alessandra Brown. Extramoon sarà la collettiva con dodici artisti per proiettarsi oltre la terra, mentre presenze più installative e performative saranno quelle dell’outsider, l’uomo del fuoco e delle presenza mitologiche Paolo Buggiani, di Iolanda Di Bonaventura, Federica Di Carlo, Cinzia Sarto e il duo Chiara Davoli e Leroy Spqr Dam.
A. DI GE.

 

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