SOCIETA

Scuola, precari esclusi dalle assunzioni: è polemica

CRITICATI I PARAMETRI CHE HANNO DEFINITO LA PLATEA DI 18.500 SUI 70 MILA PREVISTI
MARIO PIERROITALIA

Il governo ha promesso l’assunzione di 70 mila docenti nella scuola. Poche ore dopo gli annunci, presentati insieme al «decreto sostegni bis», previa un’analisi comparata tra gli annunci e la realtà, i fatti sulla parte scolastica si presentano in un altro modo. Vediamo di comprendere prima i dati. I settantamila sono il risultato della somma di: 49mila vincitori del concorso straordinario bandito nella pandemia, poi interrotto, oggi in via di conclusione. Poi ci saranno tremila insegnanti nelle materie «Stem». Con questa sigla la pedagogia neoliberale indica materie come Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. I neoliberali «umanisti» inseriscono anche l’Arte. Non sembra essere questo il caso. Per loro sono previsti test a risposta multipla, orale e valutazione dei titoli da realizzare entro il 31 agosto. Questa iniziativa estemporanea, e separata dal mega concorsone che porterà in cattedra da settembre 2022 altre 45 mila persone, sembra essere dovuta alla carenza di docenti in queste materie, soprattutto nel Nord Italia. Poi ci saranno 18.500 docenti oggi precari con 3 anni di servizio continuativo negli ultimi dieci, ora nella prima fascia delle graduatoria permanente che otterranno un contratto di un anno e la promessa di assunzione, nel 2022/23, previo superamento del periodo di prova e una prova disciplinare. Ieri la Flc Cgil ha parlato di «un’operazione mediatica tesa a confondere i lavoratori». Vediamo nel dettaglio: per quanto riguarda le assunzioni dei precari sono riservate alla prima fascia, «mentre noi chiediamo di estendere alla seconda fascia». Sulla prima fascia «il requisito dei tre anni va rimosso, perché serve solo a ridurre le assunzioni». A leggere sui social network le reazioni veementi dei docenti precari, quelli che non rientrano nel segmento prescelto, si comprendono le ragioni delle contestazioni. Molti di loro lamentano la discriminazione tra i precari abilitati e quelli non abilitati che comunque lavorano da anni nelle scuole. Nell’aprile 2020 è stato pubblicato il bando per il conseguimento dell’abilitazione, ma da allora tutto si è fermato. Avere chiamato ora solo il concorso per gli abilitati della prima fascia, senza quello abilitante per gli altri, ha creato la discriminazione di cui parlano i precari sui social. Lo ha denunciato ieri anche Flc Cgil. Il sindacato chiede di modificare queste procedure, con emendamenti. E ai precari chiede di partecipare a una mobilitazione. Va inoltre ricordato che l’assunzione dei precari con 3 anni di servizio è richiesto dalla Commissione Ue. Ieri era già partita la solita giostra contro la «sanatoria». Il ministro dell’Istruzione Bianchi ha respinto le accuse. Alla luce del caos esistente, e del record di cattedre vacanti, questa in fondo è una responsabilità dei governi, non dei precari che lavorano.
Nel «patto sulla scuola», negoziato da Bianchi con i sindacati, tra l’altro c’è il rituale impegno di garantire l’organico ogni primo settembre, fare regolari concorsi necessari per evitare anche il caos che abbiamo descritto, potenziare la formazione iniziale dei docenti. C’è il rinnovo contrattuale e l’impegno per la riduzione del numero degli alunni per classe. Altre intese simili sono state disattese in questi anni.

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